[Ristrutturazioni] Come rendere una casa totalmente elettrica senza avere il conto in banca di Bill Gates

Puoi rendere la tua casa elettrica al 100% senza rischiare di buttare i tuoi soldi? Sì, se hai già intenzione di ristrutturare!

 

Finalmente hai deciso, in primavera inizieranno i lavori di ristrutturazione della tua casa.

 

Quella che adesso è un’abitazione con un appartamento enorme, una soffitta e molte cantine, diventerà un piccolo edificio con tre appartamenti. Uno per te e tua moglie e uno per ciascun figlio!

 

Ti ritrovi in questa situazione? Magari il figlio è uno e non due, o forse la casa sarà solo per te perché i tuoi figli sono già sistemati (una fortuna al giorno d’oggi!), ma il concetto di base non cambia, hai deciso di ristrutturare casa.

 

A breve partirà il cantiere e devi ancora decidere a chi affiderai la maggior parte delle lavorazioni.

 

Molto probabilmente in questo momento ti trovi in uno stato di completa confusione: l’amico che ti racconta la sua esperienza, il collega che ti dice come dovresti agire e tutti i professionisti che incontri che ti danno la loro versione, ovviamente ogni volta diversa!

 

L’ansia e la frustrazione prendono piano piano il posto dell’entusiasmo iniziale. Ogni telefonata ricevuta ti fa sussultare e pensare immediatamente ad un altro problema da risolvere.

 

Ti capisco, ci sono passato anch’io recentemente, ho ristrutturato casa nel 2015.

 

Anche se ho una formazione tecnica e mi capita spesso di frequentare i cantieri, ho avuto dei momenti di panico quando mi sono trovato a dover decidere cosa fare riguardo a parti della casa che non conosco bene.

 

Io sono un impiantista. Mi occupo tutti i giorni di impianti fotovoltaici, come faccio a prendere una decisione razionale riguardante le finestre o la struttura del tetto?

 

Come ho potuto imparare sulla mia pelle, un conto è parlare di un coefficiente di dispersione di una finestra, un altro è decidere materiale, colore, caratteristiche per le PROPRIE finestre!

 

Sai qual è la cosa che più mi ha messo ansia in quel periodo?

 

Gli imprevisti.

 

Non tanto per il costo (a volte molto importante, altre trascurabile) quanto per l’impegno mentale che causano.

Ti faccio un piccolo esempio: quando finalmente mi sono deciso e ho firmato il contratto per le finestre (dopo aver valutato decine di opzioni), ho cancellato il “problema finestre” dalla mia testa, passando ad altri cento dettagli da valutare per ristrutturare una casa.

 

Niente di più sbagliato! Il serramentista vende e installa finestre e non si preoccupa di altro, ma chi smonta le vecchie? Chi rimuove i falsi telai che non sono adatti ai nuovi serramenti? Chi monta quelli nuovi?

 

Altri preventivi, altre valutazioni, altre preoccupazioni!

 

Sai cosa sarebbe stato veramente utile per me? Trovare artigiani o aziende che si mettessero nei miei panni, provando ad analizzare la situazione dal mio punto di vista (cliente) dicendomi:

 

  • Sostituire le finestre comporta questi problemi aggiuntivi che nessuno considera: problema 1, problema 2, problema 3.
  • Se vuoi evitarli puoi fare così: soluzione 1, soluzione 2, soluzione 3.
  • Oppure possiamo risolvere tutto noi facendo questo, questo e quest’altro.

 

Un sogno? Probabilmente sì!

 

Scusami, sto divagando, quando ricordo quel periodo rivivo un mix di emozioni molto contrastanti fra loro: felicità, attesa e gioia ma anche preoccupazione e ansia. Torniamo alla tua abitazione.

 

Quello che oggi è poco più di un rudere si trasformerà in una casa accogliente e soprattutto efficiente. Ristrutturare una casa oggi significa renderla efficiente, autonoma, indipendente, facile da gestire e  da controllare, senza rinunciare al comfort. Una casa solo elettrica.

 

Cosa significa efficiente? Cosa significa autonoma?

 

Sono due concetti molto legati, senza l’uno non può esistere l’altro e viceversa. Una casa autonoma e indipendente dal punto di vista energetico deve per forza di cose essere anche efficiente.

 

Le 3 caratteristiche che non possono assolutamente mancare nella tua casa, se vuoi essere davvero al passo coi tempi.

 

  1. Efficiente

Avere una casa efficiente significa non dover combattere tutti i mesi con bollette altissime, significa ridurre al minimo gli sprechi di energia e aumentare quindi il benessere sia fisico che economico.

In futuro le case potranno diventare una risorsa, un modo alternativo per generare un piccolo ma costante flusso di cassa.

 

  1. Autonoma

Parlando di energia, il concetto di autonomia è legato al fatto che la casa deve essere in grado di funzionare perfettamente anche in caso di un’interruzione totale di tutti i servizi (acqua, luce, gas).

Si tratta di un concetto estremo, ma solo avendolo molto chiaro in testa si può procedere nella direzione giusta. Moltissime presone lo stanno già facendo.

Al giorno d’oggi sarebbe una follia non intraprendere il viaggio verso l’indipendenza energetica, soprattutto se la tua intenzione è quella di ristrutturare casa.

 

  1. Intelligente

Le due caratteritiche appena descritte sarebbero abbastanza inutili e difficilmente realizzabili senza una buona dose di automazione.

Gli impianti devono dialogare in continuazione fra loro ed essere sempre cone4ssessi per fornire all’utente tutti i dati in tempo reale.

Questo permette di ridurre a zero il tempo necessario che l’utente deve dedicare alla gestione della casa (in termini di produzione/consumo di energia).

 

Come ho detto molte volte, il primo passo verso l’idea di autonomia energetica è quello di spostare tuti i tuoi consumi verso l’elettrico allontanandosi più possibile da metano, GPL, gasolio, ecc.

 

Il motivo è molto semplice, l’elettricità è l’unica forma di energia che puoi produrre da solo, senza il bisogno di nessuno, mentre non potrai mai produrre GPL, metano o gasolio!

 

Quale migliore opportunità di una ristrutturazione per farlo?

 

Spesso mi capita di parlare con persone che desiderano staccare la propria abitazione dal contatore del gas trasformando tutto in elettrico, ma sono costretto a dirgli che non è possibile farlo senza un intervento radicale.

 

Tu stai già facendo un intervento di ristrutturazione radicale, pensaci molto seriamente, questa è la tua grande occasione per avere una casa indipendente!

Starai sicuramente pensando che non è possibile, che spenderai tantissimo per gli impianti, così tanto da rendere il tutto assolutamente sconveniente! E’ vero, probabilmente ti costerà un po’ di più, ma molto meno di quello che pensi!

 

Se stai già facendo una ristrutturazione intelligente e orientata ad ottenere un edificio a basso impatto, non dovrai aumentare troppo la spesa prevista. Se invece il tuo unico obbiettivo è quello di finire i lavori con la spesa minore possibile questo articolo non fa per te, non perdere altro tempo nella lettura.

 

Quindi, quali sono gli interventi di riduzione della spesa energetica che hai considerato?

 

Immagino che la lista non si scosti molto da questa:

 

  • Isolamento delle pareti (cappotto)
  • Sostituzione finestre (triplo vetro)
  • Impianto di riscaldamento
  • Impianto elettrico/ fotovoltaico

 

Vediamo che scelte puoi fare per raggiungere l’obiettivo che ti sei posto: non allacciare la casa alla rete del metano.

 

Sui primi tre punti non sono un esperto, posso darti delle indicazioni di massima ma poi dovrai approfondire il discorso con uno specialista del settore!

Partiamo dall’isolamento delle pareti. Il termotecnico, dopo aver fatto i suoi calcoli, ti ha comunicato lo spessore minimo del cappotto per poter accedere alle detrazioni fiscali.

 

Hai pensato di aumentare questo spessore? Sai che la maggior parte dei costi del cappotto sono dovuti alla manodopera e alla finitura esterna?

 

Passare da un cappotto da 12 cm ad uno da 16 cm non comporta affatto un aumento di costi proporzionale, perché sia la manodopera per l’installazione che i metri quadrati di superficie esterna sono esattamente gli stessi.

I benefici che otterrai in termini energetici saranno però notevoli e ti potranno permettere di prendere una decisione drastica per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento.

 

Sulle finestre non mi dilungo, anche perché il triplo vetro ormai è uno standard e le differenze di costo fra un modello e l’altro sono dovute a parametri che interessano poco il tema che stiamo trattando (estetica, sicurezza, durabilità, ecc).

 

Arriviamo al punto più importante, gli impianti.

 

Se le condizioni lo permettono (il tuo termotecnico farà i calcoli esatti della dispersione dell’involucro) la soluzione migliore per cercare di raggiungere l’obiettivo della completa autonomia energetica contenendo le spese di installazione è il riscaldamento a pompa di calore, associato naturalmente ad un impianto fotovoltaico molto performante.

 

La spesa per la realizzazione alla fine non si discosta molto da quella che dovresti sostenere scegliendo il classico riscaldamento con caldaia e tubi a pavimento ma, se associata ad un generatore fotovoltaico (magari con un sistema di accumulo) e ad una gestione intelligente dei carichi, può dare ottimi risultati, portandoti ad avere un bilancio energetico in attivo e costi ridotti nella gestione ordinaria dell’abitazione (escluse situazioni particolari o periodi limitatissimi dell’anno).

 

L’impianto fotovoltaico, associato a delle batterie di accumulo opportunamente dimensionate, potrà produrre l’energia sufficiente al funzionamento di tutte le apparecchiature elettriche della casa, compresi dei sistemi radianti a infrarossi che riscalderanno opportunamente i bagni.

 

Ovviamente, per rendere il sistema efficiente, il tutto deve essere gestito intelligentemente dall’elettronica, il vero cuore pulsante di una casa solo elettrica.

 

La gestione intelligente serve soprattutto per modulare i carichi nelle ore di assenza del sole e sfruttare il più possibile le ore di produzione dell’impianto fotovoltaico, portando al minimo gli assorbimenti dalla rete elettrica.

 

Un impianto di questo tipo rende di fatto la casa autonoma al 90% e contemporaneamente garantisce una spesa iniziale di poco superiore all’impianto tradizionale.

 

Sai cosa significa non avere la caldaia e gestire tutto con l’energia generata dall’impianto fotovoltaico?

 

Sai che vantaggi può portare?

 

Eccoli riassunti brevemente:

 

  • Nessuna spesa per la linea del metano.
  • Nessuna spesa fissa per il contatore del metano.
  • Basta manutenzione annuale della caldaia.
  • Basta guasti alla caldaia (sempre quando fa più freddo e spesso quando l’assistenza non può intervenire rapidamente, di sabato o domenica).
  • Nessuna spesa per il gas.
  • 80% – 90% della corrente elettrica gratuita (il restante 10%-20% nella fascia meno costosa).
  • Gestione intelligente dell’abitazione.
  • Aumento della sicurezza per le persone.

 

Tutto bello vero? Sì, ma purtroppo non tutti gli edifici hanno le caratteristiche per poter realizzare un sistema impiantistico di questo tipo.

 

Capita spesso che la ristrutturazione sia solo parziale e che non interessi alcune parti dell’abitazione come per esempio il tetto, o le parti esterne.

In queste condizioni è molto probabile che le dispersioni termiche dell’involucro (pareti, tetto, finestre, ecc) siano troppo elevate per rendere vantaggioso un impianto come quello appena descritto, elettrico al 100%.

 

Se vuoi farti un’idea della fattibilità di un intervento di questo tipo, hai bisogno di due dati importantissimi, la stima delle dispersioni dell’involucro e la stima dell’energia che puoi ricavare dal tuo tetto con un impianto fotovoltaico.

 

Non voglio sostituirmi al tuo ingegnere termotecnico (non è il mio settore), il compito di valutare le caratteristiche termiche della tua nuova casa spetta a lui, se vuoi farti un’idea più dettagliata sulla questioni relative alle pompe di calore alla casa solo elettrica ti consiglio di dare un’occhiata al blog di Devis Barcaro, al link qui sotto:

https://soluzionisolari.it/

 

Io posso invece aiutarti a capire quanta energia potrai produrre con un impianto fotovoltaico installato sul tetto di casa.

Per farlo puoi scaricare la mia guida gratuita cliccando sul link qui sotto ed inserendo poi la tua email.

 

>>> CLICCA QUI PER SCARICARE LA GUIDA GRATUITA <<<

 

 

Stefano Nichelatti

 

Il fotovoltaico con accumulo conviene?

Un po’ di chiarezza sui sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici, convengono o no?

 

Esistono tanti tipi di batterie, la maggior parte delle quali nate per scopi molto diversi dal fotovoltaico: batterie al piombo, piombo-gel e litio sono le tre tecnologie più utilizzate: quali sono le più adatte per un utilizzo domestico?

 

Ma soprattutto, conviene  installare le batterie di accumulo o è meglio stare fermi e risparmiare soldi??

Sempre più spesso mi trovo a dover rispondere a questa domanda che mi viene posta, ma il tema è davvero molto complesso e va approfondito studiando diversi possibili casi.

 

Sempre più famiglie mi domandano se un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo conviene veramente, se è una scelta giusta per i loro consumi o se è l’ennesima moda passeggera.

 

La risposta ovviamente non è univoca, ci sono situazioni in cui il sistema di accumulo conviene, altre in cui è decisamente meno conveniente.

Comincio raccontandoti come si è giunti alla situazione che oggi regna nel campo degli impianti fotovoltaici e dei sistemi di accumulo, continua a leggere se non vuoi farti fregare dal primo che passa!

Come sempre accade quando si affacciano sul mercato tecnologie nuove o prodotti innovativi, parte la gara degli squali che cominciano si tuffano di testa nel settore emergente per fregare quante più persone possibile.

Purtroppo il settore degli impianti fotovoltaici e delle energie rinnovabili in generale è ancora popolato dai peggiori commerciali in circolazione, individui ai quali nessun essere umano dotato di un cervello funzionante darebbe mai un lavoro, riciclati come venditori negli anni del conto energia, quando bastava bussare porte tutto il giorno ripetere: ”FIRMA SUBITO, PREZZO FIERA!”.

 

Ora le cose sono cambiate e non poco, ma questi personaggi ancora non hanno trovato una valida alternativa per riciclarsi nuovamente e continuano ad applicare gli stessi metodi di sempre: trovare un prodotto sconosciuto e poco costoso, raccontare le peggio cose pur di vendere a chiunqe e via, vendere! Vendere! Vendere!

Questo ha portato moltissime aziende a realizzare installazioni a dir poco discutibili, con un susseguirsi di problemi dovuti sia alla scarsissima qualità dei componenti, che alla poca preparazione degli operatori e dei tecnici.

Ecco perchè nel 2015 sono stati installati centinaia di sistemi di accumulo senza nemmeno perdere troppo tempo a distinguere tra le varie tecnologie, bastava un inverter con delle batterie annesse.

 

Torniamo quindi alla domanda iniziale, che tipo di batteria si adatta meglio all’utilizzo domestico, in combinazione con un impianto fotovoltaico?

Il primo fattore da considerare è il numero di cicli rapportato con la profondità di scarica della batteria.

Detto con parole semplici ogni batteria ha una “vita utile” espressa per comodità in numero di cicli di carica/scarica che è in grado di compiere durante il suo impiego.

Questo numero di cicli non è un numero costante, ma dipende da quanto in profondità viene scaricata la batteria ad ogni utilizzo, più si scarica in profondità e meno cicli la batteria riesce a compiere.

Ti spiego meglio: se prendi una batteria al piombo e la scarichi completamente fino a portarla a zero carica residua non sarai più in grado di ricaricarla. La sua vita utile si esaurisce in un unico ciclo!

 

Se invece la scarichi del 10% della capacità nominale, la batteria riuscirà a completare un numero di cicli paragonabile con quelli dichiarati dal costruttore.

La scelta di un sistema di accumulo al litio è di gran lunga la più razionale perché permette di arrivare ad una scarica del 80% mantenendo un elevato numero di cicli di vita utile, in pratica puoi permetterti di lasciare solo il 20% di carica residua nella tua batteria prima di ricaricarla nuovamente.

Questo comporta una serie di vantaggi nella gestione quotidiana del sistema di accumulo. Come ben sai il sole non è programmabile: basta una nuvola passeggera o un temporale estivo per oscurarlo momentaneamente.

Le batterie di accumulo al litio sono pensate per invertire il ciclo di carica o scarica istantaneamente. Se la batteria si sa caricando e improvvisamente una nuvola oscura il sole, l’energia appena immagazzinata esce per alimentare l’abitazione anche se il sistema non era carico al 100%.

Il ciclo può essere invertito molte volte nell’arco della giornata, ogni volta che si presenta la necessità.

I sistemi al litio si differenziano anche per il basso livello di autoscarica (1% al mese) e per l’elevata potenza specifica.

Tradotto significa che la batteria anche se lasciata completamente carica e non utilizzata, si scaricherà al massimo dell’1% ogni mese di “attesa”.

L’elevata potenza specifica significa che per ogni kg di batteria la tecnologia al litio permette di accumulare molta più energia. Per questo le batterie al litio occupano anche molto meno spazio.

Ok, mi ha convinto, se devo scegliere una batteria per l’accumulo dell’energia sceglierò il litio, ma sei proprio sicuro che a me serva un sistema di accumulo?

Come dico sempre a chiunque me lo chieda, è molto più probabile che a te NON convenga un sistema di accumulo rispetto al contrario.

Per ora i costi molto alti delle batterie le rendono convenienti solo in qualche caso, tipicamente dove i consumi sono molto elevati e l’impianto fotovoltaico è dimensionato correttamente.

Se i consumi sono inferiori a 3.500 kWh/anno di solito non ci sono le condizioni per approfondire il discorso accumulo e (per ora) il mio consiglio è quello di investire qualcosa in più su un impianto fotovoltaico fatto bene e predisporlo per le batterie!

 

Già nel 2017 le cose potrebbero cambiare di molto perché i prezzi sono in netto calo, non farti fregare da chi cerca di metterti fretta!

 

Ti faccio un esempio pratico. Proprio la settimana scorsa ero a casa di un potenziale cliente che aveva richiesto una valutazione per un sistema di accumulo al litio.

La sua situazione che mi sono trovato ad analizzare è più o meno questa:

1. Impianto fotovoltaico da 6 kW che produce circa 6500 kWh/anno

2. Casa molto grande e alimentata solo con l’energia elettrica consuma circa 16000 kWh/anno

3. Dei 6500 kWh prodotti dall’impianto più dell’80% vengono autoconsumati direttamente dalla casa

Questa è la situazione perfetta per chi vuole vendere a tutti i costi, sfruttando l’ignoranza e la buona fede del cliente.

Basterà dire che le bollette sono ancora molto alte nonostante l’impianto fotovoltaico e che il sistema di accumulo è molto conveniente e abbasserà di molto i consumi dell’abitazione.

 

Ovviamente non è vero, in una casa che autoconsuma già tutta la produzione del fotovoltaico le batterie di accumulo non servono a nulla!

Non si riuscirebbe nemmeno a caricarle e resterebbero lì appese al muro a prendere polvere.

E’ vero che certi modelli sono gradevoli anche dal punto di vista estetico, ma utilizzarli come soprammobili mi sembra esagerato.

La verità da dire al cliente, anche se nell’immediato non porterà a fatturare neanche un centesimo è questa: “Per le tue esigenze e per risolvere il tuo problema la prima cosa da fare dovrebbe essere un ampliamento dell’impianto. Purtroppo il tuo tetto non permette di farlo perché è rivolto verso NORD. E’ stato un piacere parlare con lei, mi tenga in considerazione per future necessità, arrivederci!”

 

Sono sicuro che se questo cliente avesse incontrato qualcun’altro adesso avrebbe il suo bel sistema di accumulo inutile in garage!

 

Quindi lascia che ti dica una cosa che non ti dirà nessuno, il sistema di accumulo è un’ottima opportunità e rappresenta il futuro delle tecnologie legate agli impianti fotovoltaici, ma per ora bisogna stare molto attenti nel valutare la convenienza.

La prima valutazione che devi fare se hai pensato di installare un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è la quantità di energia elettrica che il tuo impianto sarà in grado di generare in un anno.

Per avere un’idea di questo dato senza per forza rivolgerti ad un tecnico ho creato una guida, disponibile gratuitamente a chi desidera approfondire l’argomento.

In pochi semplici passaggi sarai in grado di calcolare da solo la stima di produzione del tuo impianto, senza essere un tecnico anche se non capisci niente di impianti fotovoltaici.

Clicca qui sotto per ricevere gratis la guida sulla tua email.

 

 ►► Sì, voglio ricevere subito la GUIDA GRATIS

 

Il dato di produzione stimata serve per capire a grandi linee se l’investimento conviene o meno eper  procedere ad un primo dimensionamento grossolano.

 

Il secondo dato importante che va confrontato con la producibilità dell’impianto sono i consumi totali dell’abitazione in un anno solare.

Se il dato di produzione è sufficientemente alto puoi procedere contattando un tecnico che farà delle valutazioni più approfondite sugli ombreggiamenti locali, sul profilo di consumo orario e su altri parametri più “tecnici”.

Ok, ma cosa intendi per dato di produzione sufficientemente alto?

La verità è che non esiste un numero preciso che fa da spartiacque fra un investimento conveniente e uno che non conviene.

E’ una questione di buon senso, il mio consiglio è quello di essere molto prudenti con valori di produzione stimata inferiori a 900/920 kilowattora per ogni kW installato, sotto questa soglia la spesa iniziale diventa difficilmente recuperabile in tempi ragionevoli.

 

Ok, se sei arrivato fino a qui significa che il tuo interesse per il mondo delle rinnovabili e in particolare per gli impianti fotovoltaici è molto presente.

 

Ti ricordo che puoi cominicare a fare le prime valutazioni da solo semplicemente scricando la mia guida gratuita cliccando qui sotto.

 

 ►► Sì, voglio ricevere subito la GUIDA GRATIS

 

Un saluto, alla prossima!

Scopri le 3 regole d’oro per rendere la tua casa autonoma e indipendente dalle lobby dell’energia

In futuro tutte le case saranno autonome dal punto di vista energetico, non restare indietro!

 

Hai una casa singola? Un appartamento al settimo piano? Una porzione di casa nel centro storico di un paese? Una villa immersa nel verde? Sono sicuro che anche tu sei stufo di combattere ogni mese con i fornitori di energia elettrica e gas!

Indipendentemente dal tipo di abitazione che possiedi, sono certo che il pensiero di renderla più autonoma e indipendente possibile ti tormenta spesso, il desiderio di non dipendere da nessuno per la gestione delle attività quotidiane dentro è molto forte.

E’ normale, fa parte della natura umana, ognuno di noi desidera avere un luogo al riparo da tutto, che sia efficiente e confortevole qualunque cosa accada. Non avere il controllo su un determinato aspetto della tua vita crea una sensazione di disagio e di malessere che continua a tormentarti.

Penso di intuire cosa stai pensando:” Ok, hai ragione, mi sono trovato spesso a pensare esattamente quello che hai scritto, ma è molto difficile passare dalla teoria alla pratica, come faccio a rendere autonoma e indipendente la mia casa? Da dove comincio?”

Cominciamo con le considerazioni più ovvie, il primo grande ostacolo distingue chi è proprietario esclusivo da chi ha dei vicini/comproprietari/ecc.

Se la casa è completamente tua hai la libertà di agire e di fare più o meno quello che ti pare mentre se sei in una situazione ibrida (casa schiera, porzione di casa, condominio, ecc) la situazione è un po’ più complessa perché per decidere di agire bisogna coinvolgere più soggetti.

La situazione in assoluto più difficile, nella quale purtroppo non si può fare molto, è il caso dell’affitto. Purtroppo se ti trovi in affitto difficilmente puoi prendere decisioni di una certa rilevanza in autonomia, senza coinvolgere il proprietario di casa!

Ipotizziamo quindi che tu possa decidere in autonomia quanto riguarda la tua abitazione.

Ci sono due nemici che combattono contro di te in silenzio, anche se non ci fai caso continuano a lavorarti ai fianchi, si chiamano bolletta del gas e bolletta dell’energia elettrica.

Sono instancabili, e continuano a colpirti a mesi alterni senza darti sosta, un mese il gas e un mese la corrente elettrica.

Immagina di partecipare a un incontro di pugilato contro due giganti di 100 kg…hai qualche possibilità di vincere?

La risposta è ovviamente NO, un pugno a testa, mese dopo mese, essi ti manderanno in rovina senza che tu possa nemmeno accennare una risposta.

Non puoi affrontare in modo tradizionale due giganti di 100 kg, devi trovare un’alternativa, un diverso punto di vista, devi fare qualcosa che non hai mai fatto!

Vuoi sapere qual è il modo tradizionale di combattere questo incontro?

 

Continuare a cambiare compagnia di vendita dell’energia sperando ogni volta di ottenere grossi vantaggi economici e ricevendo ogni volta in cambio l’ennesimo pugno in pieno stomaco!

 

Questo è quello che fa la maggior parte delle persone, e che probabilmente hai fatto anche tu in passato. E’ normale, ti capisco, chiunque è portato per natura a fidarsi delle persone e i venditori di energia sono particolarmente bravi.

Adesso però devi guardare oltre, devi trovare un metodo efficace per vincere questa battaglia e vendicarti per tutte quelle perse.

Ma come puoi cambiare l’esito di un incontro già scritto? Come puoi sconfiggere non uno ma due avversari più forti, muscolosi e preparati di te?
Devi cominciare dalle basi, ancora prima di salire sul ring devi osservare i tuoi avversari, cambiare il tuo punto di vista e osservare…

….più osservi e più ti rendi conto che quelli che all’apparenza sembrano due avversari, sono in realtà le due braccia di un unico grande e potente avversario.

Nonostante i vari modi di manifestarsi, l’avversario è uno solo e rappresenta chi ha grossi interessi nel campo dell’energia, che si tratti di energia elettrica, gas metano, GPL o gasolio poco importa.

L’obiettivo di questo avversario non è ucciderti, ma tenerti in una specie di stato vegetativo e colpirti regolarmente, una volta al mese, provocando al tuo conto corrente continue emorragie!

OK saliamo sul ring! Din-din-din!

Come in tutti gli sport da combattimento la prima regola è quella di portare l’avversario su un terreno a lui sfavorevole!

Puoi produrre gas metano? Decisamente NO.

 

La prima regola d’oro in campo energetico è cercare di spostare tutti i consumi della tua abitazione dal gas (metano, GPL, ecc) all’energia elettrica.

 

Lo so, non è una cosa che si realizza dalla sera alla mattina, occorre tempo, servono investimenti, serve pazienza, ma come dico sempre, l’importante è cominciare!

Oggi è tecnicamente possibile oltre che economicamente ragionevole avere case prive del contatore del gas.

Mi potrai obiettare che ci sono case in cui è più facile intervenire in questo senso e case in cui tutto questo risulta molto più difficile, lo so, hai ragione.
Ognuno ha la propria situazione specifica con i propri ostacoli, ma TUTTI, e ripeto TUTTI, se osservano la propria casa, possono trovare qualche piccolo intervento da fare per muoversi nella direzione della “casa elettrica”.

Puoi cominciare dalla cucina, scegliendola con la piastra a induzione invece che con il gas tradizionale.

Puoi continuare con il bagno, inserendo dei pannelli elettrici radianti per mantenere la temperatura un po’ più elevata rispetto al resto dell’abitazione.

Se stai pensando ad una ristrutturazione più importante puoi informarti sui sistemi di riscaldamento elettrico radiante a pavimento abbinati ad una pompa di calore per la produzione dell’acqua calda.

Quelli che ti ho elencato sono solo alcuni esempi per farti capire che la tecnologia per eliminare il gas dalla tua abitazione è oggi disponibile e molto affidabile!

Torniamo al tuo personale combattimento contro le lobby dell’energia, non sta andando benissimo, non sei ancora riuscito a colpire l’avversario.

Sei riuscito però a fare un piccolo passo avanti, hai spostato il combattimento dal ring ad un terreno più sabbioso, dove con la tua agilità riesci a muoverti con destrezza mentre il peso del tuo avversario non gli permette di fare altrettanto!

Bene, ora devi fare un altro passo avanti verso la vittoria.

La tua casa è libera dal gas e tutti i tuoi consumi (o almeno la maggior parte) sono concentrati sull’energia elettrica: hai sferrato un primo durissimo colpo al tuo avversario. Bravo!

 

La seconda regola d’oro in campo energetico è sfruttare tutta l’energia che la natura ti mette a disposizione GRATIS.

 

Esistono molti modi di sfruttare risorse gratuite per generare energia: il fotovoltaico, la geotermia, l’idroelettrico, ecc.

Anche se può sembrare strano è possibile sfruttare sistemi molto complessi come l’idroelettrico anche in abitazioni o case singole di piccole dimensioni.

Mi limito ad analizzare la forma più conveniente, veloce e immediata che un possessore di casa può sfruttare: l’energia del sole.

Grazie ai pannelli fotovoltaici puoi trasformare i raggi del sole in energia elettrica immediatamente disponibile e ridurre drasticamente le spese per l’energia elettrica.

Attenzione però, non tutti i tetti hanno le caratteristiche per poter installare un impianto fotovoltaico e per farlo rendere al meglio!

Non fare l’errore che hanno fatto in tanti negli ultimi anni installando impianti in qualunque condizione di orientamento, inclinazione, ombreggiamento, ecc.

Per sapere se il tuo tetto può ospitare un impianto fotovoltaico e può farlo rendere al meglio ho scritto una guida che puoi scaricare gratuitamente cliccando qui sotto:

>> VOGLIO RICEVERE LA TUA GUIDA GRATUITA <<

Bene, il tuo avversario è ancora vivo, ma in questo momento i suoi colpi cominciano ad avere meno efficacia, non sono più precisi e potenti, arrivano ancora con regolarità ma la forza non è più quella di un tempo!

Come puoi dare il colpo di grazia ad un avversario ormai barcollante?

Ti trovi nella situazione in cui il tuo tetto produce energia gratis, i tuoi consumi di elettricità sono molto elevati ma, come capita spesso, i consumi e la produzione non coincidono.

Non sono rari i momenti in cui l’impianto fotovoltaico produce energia ma nessuno in casa la usa, oppure l’esatto contrario, i consumi sono elevati ma non c’è produzione dai pannelli (la notte, per esempio).

Per far fronte a questa situazione esiste già il meccanismo dello scambio sul posto, un sistema molto intelligente, nato per “compensare” i due flussi di energia in uscita e in entrata da una abitazione dotata di impianto fotovoltaico.

Senza scendere troppo in dettagli tecnici complicati, in pratica chi ha un impianto fotovoltaico riceve 3 bonifici annuali a “rimborso” dell’energia immessa in rete.

Esiste però un modo ancora più intelligente di sfruttare l’energia prodotta dall’impianto e non utilizzata immediatamente, riassunto nella terza regola d’oro:

 

La terza regola d’oro in campo energetico è accumulare l’energia prodotta tuo impianto fotovoltaico per sfruttarla la sera quando non c’è produzione.

 

Attenzione! Questa regola può trarre in inganno, non ascoltare chi ti dice che il sistema di accumulo conviene sempre!

Io sono del parere opposto, per ora l’accumulo conviene solo in alcuni casi molto particolari ed è necessaria un’attenta analisi preliminare di consumi e produzione per capire se c’è o meno un effettivo ritorno economico.

Quello che dico sempre a proposito di accumulo dell’energia è che esiste un sistema completamente gratuito per evitare di immettere in rete l’energia prodotta: cambiare leggermente le abitudini di chi vive la casa o l’appartamento.

Se possiedi un impianto fotovoltaico o hai intenzione di installarlo nel prossimo futuro considera che dovrai cambiare leggermente le tue abitudini: lavatrici, lavastoviglie e in generale tutti i carichi programmabili (anche riscaldare il bagno con qualche piccola accortezza) vanno spostati nelle ore diurne mentre c’è il sole!

Quindi sistemi di accumulo sì, ma con cautela. Se sei appena salito sul ring e stai prendendo regolarmente potentissimi pugni nello stomaco le tue priorità per ora sono altre, poi avrai anche il tempo di pensare all’accumulo!

Bene, sei arrivato quasi alla fine del tuo combattimento, l’avversario ormai è moribondo e tu hai il totale controllo dell’incontro.

Per concluderlo definitivamente occorrerà attendere ancora qualche anno, quando comincerà ad essere ragionevole staccarsi completamente dalla rete elettrica grazie ad un mix fra produzione da fotovoltaico, accumulo e micro-cogenerazione.

Il primo passo da fare consiste nella valutazione delle tue “condizioni di partenza”, puoi farlo da solo scaricando la mia GUIDA GRATUITA cliccando qui!

Ciao alla prossma.

 

Stefano

5 cose che devi sapere PRIMA di installare un impianto fotovoltaico!

Vuoi abbattere i consumi elettrici? Un impianto fotovoltaico è la soluzione perfetta solo se rispetta questi 5 requisiti.

 

Sei stufo di dipendere dal tuo fornitore di energia elettrica e gas?

Vuoi prendere in mano la tua vita e rendere il più possibile autonoma e indipendente la tua casa?

Un impianto fotovoltaico è la prima cosa da cui partire, per assicurarti una produzione costante e gratuita di energia elettrica.

Purtroppo non sempre è possibile, a volte capita che le condizioni locali rendano poco conveniente installare un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.

Ho scritto una lista di cinque punti per aiutarti a capire da solo se la tua casa rispetta o meno le condizioni essenziali per realizzare un impianto di produzione, senza cadere nelle trappole di commerciali improvvisati e senza scrupoli che pur di fare una vendita in più ti metterebbero i pannelli in cantina!

Attenzione, è importante conoscere queste 5 cose PRIMA di installarare il tuo impianto fotovoltaico, dopo servirebbe veramente a poco!

1.I consumi

La prima considerazione da fare prima di firmare un contratto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico è abbastanza banale: i tuoi consumi di energia elettrica giustificano un investimento nelle energie rinnovabili?

 

Parlando molto chiaramente, ci sono molte situazioni nelle quali un edificio consuma talmente poco che ogni ragionamento sulla convenienza di un impianto fotovoltaico diventa inutile.

 

Se vivi da solo, magari lavori lontano da casa e non rientri neanche per pranzo, i tuoi consumi saranno sicuramente bassissimi sia in termini di kilowattora che in termini di Euro. Il fotovoltaico in questo caso non rientra sicuramente fra le tue priorità e un vero professionista non dovrebbe consigliartelo.

 

Un investimento nel fotovoltaico comincia ad avere senso sopra i 2300 kWh all’anno, se i tuoi consumi sono sotto questa soglia teorica, l’impianto giusto per le tue esigenze sarebbe molto piccolo e quindi più costoso in termini relativi (i costi fissi di installazione e progettazione sono quasi uguali ad un impianto più grande).

 

Molto importante è anche la distribuzione dei consumi durante la giornata: più i tuoi consumi sono concentrati nelle ore diurne e più un investimento nel fotovoltaico diventa profittevole.

 

2. Lo spazio sul tetto

 

Un impianto fotovoltaico occupa una superficie variabile a seconda della potenza totale e del rendimento dei singoli pannelli.

 

Supponendo che tu abbia bisogno di un impianto da 4 kW (la taglia più comune) e immaginando di utilizzare i pannelli più efficienti sul mercato, lo spazio necessario è di circa 15 m² che possono arrivare a circa 20m² in caso di pannelli con un rendimento molto basso.

 

Per farti un’idea, sul tetto deve esserci un rettangolo libero di circa 15 tegole in verticale per 30 tegole in orizzontale (si tratta di misure indicative, se vuoi approfondire è necessario un sopralluogo di un tecnico).

 

3.Ombreggiamenti

 

Domanda tipica: i pannelli fotovoltaici funzionano con il sole diretto o anche solo con la luce diffusa?

 

Risposta breve: funzionano sempre, sia quando hanno il sole diretto sia in giornate nuvolose ma la produzione in caso di luce del sole diretta è molto più abbondante, fino a dieci volte di più! (anche se qualcuno proverà a raccontarti che il suo pannello è amorfo, è policristallino, è monocristallino, è bla bla bla, e quindi funziona bene anche con l’ombra).

 

Gli ombreggiamenti evitabili vanno EVITATI come la peste! Se si può evitare di mettere un pannello esattamente dietro ad un camino non c’è ragione per non farlo.

 

Anche se esistono molti modi per diminuire gli effetti di ombreggiamenti locali (per esempio gli ottimizzatori di potenza), quando è possibile i pannelli vanno messi LONTANI da sfiati, camini, o qualunque cosa possa fare ombra durante la giornata.

 

Gli ombreggiamenti sono di 2 tipi: ombreggiamenti dovuti all’orizzonte e ombreggiamenti locali.

I primi possono essere valutati sia tramite appositi programmi di calcolo sia direttamente in loco con un sopralluogo (in ogni caso è necessario l’aiuto di un tecnico).

 

Per quanto riguarda gli ombreggiamenti locali, anche in questo caso il calcolo di un tecnico è assolutamente indispensabile. Il buon senso permette però a chiunque di capire che un albero alto 10 metri più della casa posizionato esattamente davanti all’impianto non aiuta.

 

Le possibili cause di ombreggiamenti locali possono essere: alberi e piante, camini e sfiati di qualsiasi genere, parti del tetto o della casa con altezze differenti, altri edifici più alti nelle vicinanze.

 

Ovviamente un’analisi dettagliata degli ombreggiamenti locali può essere fatta solo da personale competente e con strumentazione adeguata. Non considerare gli ombreggiamenti o considerarli in modo sbagliato è la prima causa di scarsa produzione degli impianti fotovoltaici.

 

Negli anni mi è capitato di vedere installazioni di tutti i tipi: pannelli dietro a camini, sotto altre falde del tetto, in posizioni della copertura ombreggiate per metà anno da altri edifici, ecc.

4. Orientamento del tetto

 

Ti potrà sembrare banale ma te lo dico lo stesso per evitare fraintendimenti: i pannelli fotovoltaici rendono meglio se orientati verso SUD.

Hanno una resa ancora molto interessante in tutti gli orientamenti intermedi fra OVEST e EST, arrivano a rendere ancora circa il 90% se orientati a OVEST pieno.

Bisogna invece evitare qualunque orientamento a NORD, anche se solo di pochi gradi, perché il calo di rendimento a parità di tutte le altre condizioni è molto repentino.

Anche a proposito di orientamento ho visto installazioni veramente bizzarre, impianti che non potrebbero arrivare al rendimento previsto neanche se ci fossero due estati all’anno!

La cosa più scandalosa è che ogni tanto mi capita di vedere case con una falda del tetto orientata a sud-est completamente libera e una falda che guarda a nord ovest piena di pannelli fotovoltaici (se vuoi farti due risate vai su google maps e controlla tu stesso!)

 

5. Altitudine sul livello del mare

 

Nessuno considera mai l’altitudine del sito di installazione quando si valuta l’installazione di un impianto fotovoltaico (sicuramente non lo farà il tuo elettricista o il commerciale di turno che non sale neanche sul tetto!)

Perché bisogna tenere conto dell’altitudine? Cosa potrà mai succedere?

La risposta è di quelle che lasciano a bocca aperta, una considerazione molto tecnica che solo pochi esperti potranno capire: in montagna può nevicare.

Ecco cosa può succedere se non si tiene in considerazione il corretto carico neve.

Le staffe che sorreggono l’impianto non hanno sopportato il carico della neve e hanno completamente distrutto tutte le tegole sottostanti causando oltre alle infiltrazioni di acqua anche la rottura del vetro di un pannello.

L’intervento di ripristino delle tegole e sostituzione di staffe e pannello danneggiato è costato al cliente molto più che lo scegliere subito un sistema di staffaggio adeguato.

La colpa ovviamente non è del cliente ma dell’installatore che ha realizzato l’impianto che non ha ben consigliato il cliente sul corretto sistema di posa per la zona in esame.

 

Le soluzioni variano a seconda del carico neve di progetto e possono essere molteplici: aggiunta di un profilo supplementare, scelta di staffe rinforzate, aumento del numero di staffe e combinazioni di queste tre opzioni.

Bene, adesso hai le conoscenze minime indispensabili per fare delle valutazioni di massima sulla convenienza di un impianto fotovoltaico (se hai letto tutto l’articolo ne sai più della maggior parte degli elettricisti e dei commerciali che vendono fotovoltaico, complimenti!)

 

Se vuoi approfondire ancora l’argomento e verificare se il fotovoltaico conviene anche a casa tua scarica la mia GUIDA GRATUITA, clicca qui!

 

Ciao alla prossima

Stefano Nichelatti

Le 3 bugie più diffuse sul fotovoltaico, e le verità che nessun installatore ti dirà mai!

Fotovoltaico 2016: scopri come smascherare le tre bugie più diffuse.

 

Vuoi imparare a riconoscere subito chi prova a raccontarti vere e proprie bugie a proposito del fotovoltaiconel 2016 ?

Nel corso degli ultimi anni sono cambiate moltissime cose nel mondo del fotovoltaico, una su tutte: non ci sono più gli incentivi sulla produzione che hanno drogato il mercato dal 2007 al 2013.

Negli anni del boom del fotovoltaico tutti (ma proprio tutti) si sono messi a vendere impianti dalla sera alla mattina, senza nessuna competenza né per valutare la fattibilità, né per realizzare l’impianto a regola d’arte.

Per fortuna nel 2016 la situazione è molto cambiata: quando lo stato ha chiuso i rubinetti degli incentivi tutte le aziende hanno visto crollare le vendite e annullare i margini.

Quando è finito il famoso “Conto Energia”, le aziende del settore hanno reagito in 3 modi:

 

1. Chi è tornato a fare quello che faceva prima del boom (fai da te, elettrodomestici, noleggio attrezzatura, impianti di climatizzazione, ecc)

 

2. Chi è miseramente fallito (e ha riaperto cambiando nome)

 

3. Tutti gli altri per salvare la baracca hanno cominciato a vendere qualunque cosa pur di fatturare qualche euro: dalle pompe di calore alle caldaie a biomassa passando per il solare termico e la cogenerazione. Inutile dire che se la competenza era scarsa parlando di solo fotovoltaico la situazione non può che essere peggiorata aggiungendo una ventina di altri prodotti completamente scollegati.

In qualche caso ho visto aziende fallire, cambiare nome e riaprire vendendo un po’ di tutto, io non comprerei neanche una lampadina da questi soggetti, tu pensi che saranno onesti quando valuteranno se un impianto fotovoltaico è la soluzione giusta per te?

Come puoi essere sicuro, per esempio, che la stima della produzione del tuo impianto fatta da questi soggetti sia reale? Se non l’hai già fatto puoi cliccare qui per scaricare la mia guida gratuita e calcolare da solo la produzione del tuo impianto fotovoltaico!

Ma torniamo a noi, ti stavo raccontando come si sono trasformate le aziende che negli anni hanno venduto impianti fotovoltaici; se in questo momento stai valutando l’investimento nel fotovoltaico hai buone probabilità di incontrare un’azienda del terzo tipo.

Come puoi difenderti?

Un primo passo molto importante è conoscere le tre bugie che sono soliti raccontare i commerciali pur di venderti qualcosa.

 

1. Le batterie di accumulo convengono sempre

 

Niente di più sbagliato, anzi ad oggi sono più i casi in cui è altamente sconsigliato installare le batterie di accumulo. Il perché è facile da spiegare: la maggior parte degli utenti consuma circa 3000 kWh/anno e in questa situazione il prezzo medio pagato per la corrente è ancora troppo basso per rendere conveniente un sistema di accumulo.

 

Io questa situazione io consiglio SEMPRE di installare l’impianto fotovoltaico e predisporlo per aggiungere le batterie di accumulo in un secondo momento se le condizioni lo renderanno vantaggioso.

 

Purtroppo per la maggior parte delle aziende è più importante una fattura in più oggi che un cliente soddisfatto domani.

 

2. Il mio modulo è il migliore di tutti

 

Questa è la frase che ti sentirai ripetere da chiunque entri in casa tua per proporti un impianto fotovoltaico: come puoi sapere se sta dicendo la verità o se è l’ennesimo venditore di fumo?

 

Molto semplice: lascia parlare i numeri.

 

Ogni modulo ha molte caratteristiche diverse, ma ci sono 3 numeri che più di ogni altro definiscono se un pannello è meglio o peggio di un altro:

 

La potenza a parità di superficie: se due pannelli hanno le stesse dimensioni, quello che esprime la maggior potenza è il più efficiente. Fai attenzione, questa caratteristica non influenza direttamente la produzione, ma è molto importante perché più il pannello è efficiente e meno spazio si utilizza sul tuo tetto.

 

L’energia prodotta a parità di potenza: NON TUTTI I PANNELLI PRODUCONO ALLO STESSO MODO, ci sono studi di importantissimi laboratori di ricerca che dimostrano come diversi pannelli producano più o meno energia in un anno, anche se la potenza dichiarata è la stessa.

 

Il coefficiente di riduzione della potenza con la temperatura: ogni pannello fotovoltaico perde un po’ della sua potenza man mano che aumenta la temperatura (eh sì, più fa caldo meno un impianto fotovoltaico produce).

Per capire quale pannello si comporta meglio con l’aumentare della temperatura devi prendere la scheda tecnica del pannello e controllare il Coefficiente di temperatura (Potenza), più basso è questo valore più il pannello è performante.

 

3. L’impianto fotovoltaico non ha parti in movimento, quindi nulla si può rompere, una volta installato te ne dimentichi!

 

Questa è una mezza verità, nel senso che è vero che l’impianto fotovoltaico non ha organi in movimento quindi è molto meno probabile che subisca delle rotture nel corso della sua vita utile.

 

E’ altrettanto vero che se lo installi e “te ne dimentichi” rischi di accorgerti di un guasto dopo mesi di mancata produzione (mesi di soldi buttati via).

 

In quest’ottica è meglio valutare fin da subito tre fattori importantissimi:

• Garanzie sui componenti: il tuo impianto deve durare almeno 25 anni, quindi perché ti stanno proponendo garanzie inferiori? Non prendere in considerazione nessuna proposta che preveda meno di 20 anni di garanzia!

 

• Garanzia sulla manodopera: se sei particolarmente sfortunato e un componente elettronico si guasta dopo 1 mese di utilizzo chi paga la manodopera per la sostituzione in garanzia? TU se non hai fatto attenzione ai dettagli.
L’installatore deve garantire anche la manodopera in caso di guasto di un componente.

 

• Monitoraggio continuo e automatico dei dati di produzione: questo è l’unico modo per accorgersi subito di eventuali guasti; appena qualcosa non va un sistema automatico dovrebbe avvertire sia te che l’installatore per eliminare gli sprechi di tempo (e soldi.)

Bene, ora che conosci le tre bugie che circolano nel mondo del fotovoltaico nel 2016 hai qualche conoscenza in più per valutare l’investimento senza correre il rischio di farti fregare dal primo che passa!

Se non lo hai già fatto clicca qui per scaricare la mia guida gratuita per calcolare quanto potrebbe produrre un impianto fotovoltaico installato sul tuo tetto!

Ciao alla prossima e buon risparmio!

 

Auto elettrica: arriva la presa casalinga obbligatoria

La presa di ricarica casalinga per l’auto elettrica sarà presto obbligatoria sulle nuove costruzioni.

 

Entro il 1° giugno 2017 l’Italia dovrà adeguarsi alla direttiva europea che punta ad incentivare la mobilità pulita, in particolare il settore dell’auto elettrica.

Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni edilizie di primo livello sarà obbligatorio dotare l’abitazione di una presa per la ricarica dell’auto elettrica, mentre nei complessi con più di 50 unità abitative sarà obbligatorio adattare almeno il 20% dei parcheggi alla ricarica veloce delle auto elettriche.

 

Cosa significa questo?

 

Significa che in meno tempo di quello che pensi il settore dell’auto sarà rivoluzionato completamente. Già oggi molte case automobilistiche propongono modelli competitivi sia per quanto riguarda il prezzo che per l’autonomia raggiunta.

 

Questo comporterà un aumento dei consumi elettrici a 3 cifre percentuali, una famiglia tipo di 4 persone potrebbe raddoppiare i consumi da un giorno all’altro, acquistando un’auto elettrica e percorrendo circa 20.000 km all’anno.

 

Chi riuscirà a trarre più vantaggio dall’arrivo dell’auto elettrica?

Molto semplice, chi già produce corrente gratis e non è obbligato a comprarla!

 

Qualche settimana fa avevo scritto un articolo dove calcolavo l’esatto impatto economico che potrebbe avere sulla bolletta l’acquisto di un’auto elettrica e una percorrenza media annuale di 20.000 km: si tratta di circa 750 €/anno se l’energia è prelevata dalla rete, mentre scende a circa 400 €/anno con un impianto fotovoltaico,compreso il costo dell’impianto stesso.

 

Voglio spiegarti meglio il calcolo che ho fatto per evitare fraintendimenti.

 

All’interno dei 400 € all’anno sono già compresi i costi di installazione dell’impianto fotovoltaico: ipotizzando che produca corrente GRATIS per 25 anni ho calcolato che il singolo kilowattora prodotto abbia un costo di  0,1 €.

 

0,1 € (costo di 1 kwh) x 4.160 kWh (consumo annuale per fare 20.000km)= 416 €

 

Il calcolo è stato fatto considerando i consumi dichiarati dagli utilizzatori (non dalle case automobilistiche!) e ipotizzando l’acquisto di un modello molto performante.

 

Questo comporta 2 considerazioni:

1. Se oggi decidi di installare un impianto fotovoltaico ti stai preparando ad un cambiamento che avverrà comunque.

 

2. Se pensi già ad un raddoppio dei tuoi consumi è bene che valuti già adesso un impianto fotovoltaico un po’ sovradimensionato

 

Per cominciare a fare le tue considerazioni sul fotovoltaico, scarica la mia guida per il calcolo di quanto potrebbe produrre un impianto sul tuo tetto.

E’ a disposizione di tutti gratuitamente, basta cliccare qui!

Fotovoltaico 2016: nelle aziende il tempo di rientro è inferiore ai 5 anni!

Impianti fotovoltaici nel 2016: un ottimo investimento per le aziende.

 

Nel 2016 ha ancora senso parlare di investimento nel fotovoltaico per le aziende?

La risposta è decisamente sì, il tempo di rientro dell’investimento è inferiore ai 5 anni!

Gli imprenditori lo capiscono? Decisamente no, molto meglio sperperare soldi in auto di lusso, per poi piangere la crisi quando si tratta di valutare investimenti intelligenti per l’azienda!

Rispetto agli ultimi 2 anni il fotovoltaico nel 2016 è tornato ad essere uno strumento efficacissimo per ridurre le spese fisse, aumentare il vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e sfruttare il vantaggio di immagine legato all’energia verde.

 

Considerando costi e benefici, si può tranquillamente affermare che installare un impianto fotovoltaico non è mai stato così conveniente per le aziende di piccole e medie dimensioni come nel 2016.

Il motivo è molto semplice: i costi molto contenuti che hanno raggiunto i moduli e la costante crescita del costo dell’energia hanno contribuito ad abbassare notevolmente il tempo di rientro di un investimento nel fotovoltaico, anche se non esiste più una forma di incentivo come il conto energia degli anni scorsi.

Voglio mostrarti un caso reale, una situazione tipica dello scenario italiano, un’azienda che consuma 60.000 kWh/anno (circa 15.500€ all’anno):

 

Questa azienda ha intelligentemente deciso di investire con l’obiettivo di rendersi quanto più autonoma possibile dal punto di vista energetico e liberare risorse.

 

La potenza installata (40 kW) è stata scelta dopo un monitoraggio dei consumi,  al fine di massimizzare l’autoconsumo giornaliero e minimizzare il tempo di rientro dell’investimento.

L’impianto produce circa 45.000 kWh all’anno e, con un autoconsumo superiore all’80%, genera un flusso di cassa annuale di circa 11.000 €, comprensivo di risparmio diretto e remunerazione di quanto messo in rete.

 

Attenzione! Nonostante la crisi e nonostante i prezzi in continuo calo, c’è un settore nel quale l’inflazione è sempre positiva, a volte anche maggiore del 2%.

Indovina di che settore si tratta? Semplice, è il settore della vendita di energia! Lo puoi verificare tu stesso dalle bollette, ogni anno la spesa è maggiore dell’anno precedente, senza eccezioni.

Per calcolare il tempo di rientro di un investimento nel fotovoltaico per le aziende, senza scendere troppo nel dettaglio, si deve tenere conto dell’investimento iniziale e delle entrate annuali che l’impianto garantisce.

La spesa iniziale per un impianto di questo tipo si può aggirare attorno ai 60.000 € installando materiale di qualità e scegliendo un installatore competente.

Ovviamente è sempre possibile spendere meno scegliendo componenti scadenti o investire di più se ci si orienta verso prodotti top di gamma, ma non è questo l’argomento di questo articolo.

Non ci vuole molto a calcolare che il tempo di rientro di un investimento di questo tipo è di 5 anni esatti con inflazione del 2% sul costo dell’energia, senza tenere in considerazione i benefici fiscali e contabili come il super ammortamento del 140% di cui l’impianto fotovoltaico gode in quanto bene strumentale.

 

Nel caso in esame l’imprenditore ha deciso di finanziare l’investimento, sacrificando qualche mese nel tempo di rientro a causa degli interessi ma ottenendo un benefico immediato: liberare risorse da subito!

 

Stiamo parlando di circa 5.000 € di entrate dal primo anno al netto di tutto (tolta già la rata del finanziamento!!) per i primi 10 anni che diventano circa 14.000 € dal decimo anno in poi son un’inflazione del 2%.

 

Ora voglio farti una domanda, quali benefici danno alla tua azienda 5.000€ spesi in energia elettrica?

Che benefici potresti ottenere investendo le risorse che l’impianto fotovoltaico ti ha permesso di liberare in pubblicità su internet?

Pensaci, la tua concorrenza lo sta già facendo.
PS. Ha già scaricato la guida gratuita per calcolare quanto potrebbe produrre un impianto sul tetto della tua azienda? Puoi farlo cliccando su questo link

 

 

Fotovoltaico con accumulo: quando NON conviene!

Non sempre un impianto fotovoltaico con accumulo è conveniente, ci sono delle situazioni nelle quali non conviene assolutamente.

 

Un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo conviene sempre?

Ci sono dei casi in cui non conviene installare un sistema di accumulo a supporto di un impianto fotovoltaico?

La risposta che ti sentirai dare più spesso è che il sistema di accumulo conviene sempre, indipendentemente da consumi, produzione, tecnologia delle batterie, contemporaneità di produzione e consumo, ecc..

La risposta che quasi nessuno ti dirà è invece un’altra:

 

Oltre alle situazioni di assoluta convenienza del fotovoltaico con accumulo, sono molti i casi in cui le batterie di accumulo non sono vantaggiose, cioè i benefici che si possono avere dall’accostare un sistema di accumulo ad un impianto fotovoltaico non giustificano i costi di installazione.

 

Ecco i 2 casi più frequenti dove non conviene installare nessun sistema di accumulo:

Caso numero 1: bassi consumi

 

La situazione più comune che mi sono trovato ad analizzare è quella di una persona che vive sola in casa (o al massimo in coppia) e che ha dei consumi annuali inferiori a 2500 kWh/anno.

Tradotto in soldoni si parla di meno di 400 € all’anno di energia elettrica.

In questo caso il problema è che servirebbe un impianto fotovoltaico molto piccolo, associato a delle batterie altrettanto piccole.

I costi fissi di progettazione, installazione, opere elettriche, staffe di ancoraggio, ecc rimangono circa gli stessi quindi i tempi di rientro di questo tipo di intervento superano quello che si può ragionevolmente definire “conveniente”.

Non ascoltare chi ti dice il contrario, ci sono buone probabilità che sia in malafede!

Caso numero 2: hai consumi molto elevati e poco spazio sul tetto

 

Questo caso è forse il più difficile da valutare per l’utente poco esperto, proverò a farti capire in modo semplice perché devi stare attento e perché la truffa è sempre dietro l’angolo!

 

Immagina di avere una famiglia molto numerosa con figli piccoli e moglie a casa.

Consumi molto sia durante il giorno che nelle ore serali, la tua spesa per l’energia è molto alta e tu cominci (giustamente) a pensare dei modi per risolvere il problema.

In qualche modo (fiere, internet, conoscenze) contatti un’azienda che si occupa di fotovoltaico (forse meglio dire …che vende pannelli) e ti trovi in casa una persona che insisterà per venderti l’impianto fotovoltaico con le batterie di accumulo, con la promessa che risolverai per empre il tuo problema.

In pratica ti dirà: spendi tanto quindi ti conviene il fotovoltaico con accumulo.

Niente di più sbagliato!!!

Se sul tuo tetto possono essere installati massimo 3 kW per questioni di spazio, le batterie potrebbero essere completamente inutili per 9 mesi su 12, ora ti spiego perché.

 

Il concetto è molto semplice: se consumi molto di giorno il tuo impianto (che è sottodimensionato) riuscirà appena a coprire i consumi diretti giornalieri e le batterie arriveranno alla sera ancora scariche!!

 

Solo nei mesi estivi potrebbe avanzare qualche kilowattora per ricaricare le batterie e trovarle pronte quando servono: la sera!

Quelli che ti ho descritto sono i due casi più frequenti che mi è capitato di incontrare, esistono molte altre situazioni che possono essere considerate delle “vie di mezzo”, e che vanno quindi considerate caso per caso.

Il concetto che voglio trasmetterti è che ad oggi le batterie di accumulo sono veramente una cosa molto utile, ma per valutare la convenienza di un sistema di accumulo servono tre cose:

 

  • COMPETENZA
  • STRUMENTI
  • ONESTA’

 

Senza questi tre elementi non è possibile fare nessun tipo di valutazione sulla convenienza ne del fotovoltaico, ne delle batterie di accumulo e, pensandoci bene, di nessun sistema tecnologico in generale.

Ci sono due tipi di aziende che proveranno a venderti comunque le batterie anche in casi come quelli che ti ho descritto:

 

  • L’azienda commerciale, con agenti aggressivi e che provano a “vendere a tutti i costi” (a breve scriverò un articolo che ti aiuterà a riconoscere le aziende di questo tipo, se vuoi riceverlo direttamente sulla tua mail inseriscila nello spazio in fondo)
  • Il tuo elettricista che, in assoluta buonafede, ti consiglia una cosa per sentito dire o perché in un altro caso simile ha funzionato.

 

Il caso dell’elettricista è molto interessante anche dal punto di vista esattamente  contrario: se il tuo elettricista non ha mai installato un sistema di accumulo a batterie, si troverà a sconsigliartelo anche quando invece sarebbe un vero affare, attento!

Se hai letto l’articolo fino a questo punto significa che stai valutando seriamente l’installazione di un impianto fotovoltaico con (o senza) batterie di accumulo.

 

La prima valutazione da fare in questo caso è la producibilità del tuo tetto, cioè quanto arriverebbero a produrre i pannelli fotovoltaici se installati sul tetto di casa tua.

 

Per aiutarti a fare questo calcolo, almeno in modo approssimativo, ho scritto una guida che è disponibile gratuitamente e puoi scaricarla cliccando qui!

 

Se hai trovato interessante questo articolo e vuoi ricevere un avviso quando ne pubblico altri, inserisci la tua migliore email nello spazio qui sotto e tieniti aggiornato!

Ciao alla prossima

 

Conti correnti: Arrivano i tassi negativi!

Dovrai pagare la banca lasciare i tuoi risparmi sul conto corrente.

Arrivano i tassi negativi sul conto corrente!

 

Sì hai capito bene, tu che sei un piccolo risparmiatore dovrai pagare la banca per lasciare i soldi fermi a perdere valore su un conto corrente.

E’ successo per la prima volta in Germania, una piccola banca cooperativa applicherà tassi negativi sui conti correnti privati a partire da settembre.

Le persone che desiderano tenere i propri risparmi sul conto corrente saranno costrette a pagare una percentuale di interessi alla banca per il servizio. Fin’ ora non era mai successo in Europa e soprattutto non era mai stato applicato ai conti correnti dei privati.

Anche le alternative considerate “sicure” hanno ormai rendimenti negativi: i titoli di stato a breve scadenza di moltissimi paesi Europei compresi quelli italiani sono ormai più un costo che un investimento.

Quindi che alternative hai per guadagnare qualcosa dai tuoi risparmi?

Cosa puoi fare per generare una piccola rendita senza avere grandi conoscenze di finanza e senza rischiare di perdere tutto il capitale?

Investire una parte dei tuoi risparmi direttamente nella tua casa aumentandone il valore e allo stesso tempo generando un risparmio (e quindi un flusso di cassa) costante per i prossimi 25/30 anni può essere una buona idea!

Tempo fa avevo scritto un articolo molto completo nel quale facevo un paragone fra diverse possibilità di investimento con alto grado di sicurezza del capitale, ti consiglio di leggerlo attentamente cliccando sul link qui sotto:

 

Come investire i propri risparmi per produrre energia

 

Vuoi ricevere i miei articoli via mail? Inserisci la tua mail qui sotto per essere sempre informato sulle novità in ambito energetico!

Ciao alla prossima!

Bollette troppo care? Smettila di lamentarti e agisci!

Bollette troppo care: basta lamentele, comincia conoscendo realmente i tuoi consumi.

 

E’ possibile che nonostante la crisi, tu non abbia la minima idea di quanto spendi di energia elettrica?

Ti lamenti sempre che le bollette sono troppo care ma in realtà non ti sei mai fermato a leggerne una attentamente!

Possibile che se qualcuno ti fa una domanda diretta: “Hai un’idea di quanto paghi l’energia elettrica?” la risposta quasi sempre assomiglia a: “Pago troppo! Ma non so esattamente quanto, io quando arriva da pagare pago e basta!”

 

Non pretendo che diventi un esperto di lettura delle bollette dell’energia (a volte non le capisce neanche chi le scrive), ma almeno avere un’idea di massima quello sì.

Sapere se paghi 12 24 o 36 centesimi per ogni kilowattora fa una grandissima differenza, sapere dove finiscono i tuoi soldi (ed evitare quindi di buttarli via) equivale a guadagnarne di più!

 

Ormai oggi tutti si riempiono la bocca di paroloni come “libertà finanziaria”, “rendite automatiche”, “soldi facili”, tutti passano in scioltezza da una truffa a quella successiva, sempre con la stessa promessa: non dovrai più lavorare e avrai la tua rendita automatica!

 

Invece di continuare a inseguire sogni irrealizzabili, comincia a conoscere e quindi capire le tue spese!Con pochissimo sforzo riusciresti a crearti le conoscenze che ti permetteranno poi di valutare le azioni in modo più consapevole.

Risparmiare metà di quello che spendi per l’energia elettrica non è uguale ad avere una rendita automatica dello steso importo?
E se riesci a risparmiare di più? 70% – 80%  – 100%?

 

Prendi in mano l’ultima bolletta dell’energia elettrica. Ora prendi l’importo totale in Euro della bolletta e dividilo per il numero di kWh considerati.

 

Ora conosci il prezzo medio (comprensivo di tutto) che paghi per avere 1 kilowattora di energia elettrica: sei già molto più avanti della maggior parte della gente che incontro.

Mi è capitato di incontrare persone che spendevano quasi 36 centesimi per ogni kWh consumato e non lo sapevano, una follia!

Se ottieni un valore più basso di 0,18 € è molto probabile che i tuoi consumi siano molto bassi anche in termini di kilowattora totali, quindi anche l’ipotesi di continuare a pagare le bollette senza fare nulla può non spaventare così tanto.

Ma se il valore ottenuto è più alto di 0,20€ – 0,22€ non fare nulla e continuare a ingrassare le società che vendono l’energia è una follia!

 

Se sei stufo di continuare a pagare queste cifre allucinanti e vuoi rendere la tua abitaqzione autonoma ed autosufficiente, dovresti almeno considerare l’idea di produrre da solo l’energia elettrica.

Per valutare la convenienza devi anche sapere quanto potrebbe produrre un impianto installato sul tetto di casa tua. Per farlo puoi scaricare la mia guida gratuita cliccando qui, potrai così calcolare da solo la convenienza di un sistema fotovoltaico per il tuo caso!

 

Ovviamente non è tutto così semplice, le variabili in gioco sono molte altre, ma calcolando i due dati come ti ho descritto in questo articolo potrai farti un’idea generale e cominciare a valutare la possibilità di autoprodurre l’energia per la tua casa.

Ciao alla prossima.