Il fotovoltaico con accumulo conviene?

Un po’ di chiarezza sui sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici, convengono o no?

 

Esistono tanti tipi di batterie, la maggior parte delle quali nate per scopi molto diversi dal fotovoltaico: batterie al piombo, piombo-gel e litio sono le tre tecnologie più utilizzate: quali sono le più adatte per un utilizzo domestico?

 

Ma soprattutto, conviene  installare le batterie di accumulo o è meglio stare fermi e risparmiare soldi??

Sempre più spesso mi trovo a dover rispondere a questa domanda che mi viene posta, ma il tema è davvero molto complesso e va approfondito studiando diversi possibili casi.

 

Sempre più famiglie mi domandano se un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo conviene veramente, se è una scelta giusta per i loro consumi o se è l’ennesima moda passeggera.

 

La risposta ovviamente non è univoca, ci sono situazioni in cui il sistema di accumulo conviene, altre in cui è decisamente meno conveniente.

Comincio raccontandoti come si è giunti alla situazione che oggi regna nel campo degli impianti fotovoltaici e dei sistemi di accumulo, continua a leggere se non vuoi farti fregare dal primo che passa!

Come sempre accade quando si affacciano sul mercato tecnologie nuove o prodotti innovativi, parte la gara degli squali che cominciano si tuffano di testa nel settore emergente per fregare quante più persone possibile.

Purtroppo il settore degli impianti fotovoltaici e delle energie rinnovabili in generale è ancora popolato dai peggiori commerciali in circolazione, individui ai quali nessun essere umano dotato di un cervello funzionante darebbe mai un lavoro, riciclati come venditori negli anni del conto energia, quando bastava bussare porte tutto il giorno ripetere: ”FIRMA SUBITO, PREZZO FIERA!”.

 

Ora le cose sono cambiate e non poco, ma questi personaggi ancora non hanno trovato una valida alternativa per riciclarsi nuovamente e continuano ad applicare gli stessi metodi di sempre: trovare un prodotto sconosciuto e poco costoso, raccontare le peggio cose pur di vendere a chiunqe e via, vendere! Vendere! Vendere!

Questo ha portato moltissime aziende a realizzare installazioni a dir poco discutibili, con un susseguirsi di problemi dovuti sia alla scarsissima qualità dei componenti, che alla poca preparazione degli operatori e dei tecnici.

Ecco perchè nel 2015 sono stati installati centinaia di sistemi di accumulo senza nemmeno perdere troppo tempo a distinguere tra le varie tecnologie, bastava un inverter con delle batterie annesse.

 

Torniamo quindi alla domanda iniziale, che tipo di batteria si adatta meglio all’utilizzo domestico, in combinazione con un impianto fotovoltaico?

Il primo fattore da considerare è il numero di cicli rapportato con la profondità di scarica della batteria.

Detto con parole semplici ogni batteria ha una “vita utile” espressa per comodità in numero di cicli di carica/scarica che è in grado di compiere durante il suo impiego.

Questo numero di cicli non è un numero costante, ma dipende da quanto in profondità viene scaricata la batteria ad ogni utilizzo, più si scarica in profondità e meno cicli la batteria riesce a compiere.

Ti spiego meglio: se prendi una batteria al piombo e la scarichi completamente fino a portarla a zero carica residua non sarai più in grado di ricaricarla. La sua vita utile si esaurisce in un unico ciclo!

 

Se invece la scarichi del 10% della capacità nominale, la batteria riuscirà a completare un numero di cicli paragonabile con quelli dichiarati dal costruttore.

La scelta di un sistema di accumulo al litio è di gran lunga la più razionale perché permette di arrivare ad una scarica del 80% mantenendo un elevato numero di cicli di vita utile, in pratica puoi permetterti di lasciare solo il 20% di carica residua nella tua batteria prima di ricaricarla nuovamente.

Questo comporta una serie di vantaggi nella gestione quotidiana del sistema di accumulo. Come ben sai il sole non è programmabile: basta una nuvola passeggera o un temporale estivo per oscurarlo momentaneamente.

Le batterie di accumulo al litio sono pensate per invertire il ciclo di carica o scarica istantaneamente. Se la batteria si sa caricando e improvvisamente una nuvola oscura il sole, l’energia appena immagazzinata esce per alimentare l’abitazione anche se il sistema non era carico al 100%.

Il ciclo può essere invertito molte volte nell’arco della giornata, ogni volta che si presenta la necessità.

I sistemi al litio si differenziano anche per il basso livello di autoscarica (1% al mese) e per l’elevata potenza specifica.

Tradotto significa che la batteria anche se lasciata completamente carica e non utilizzata, si scaricherà al massimo dell’1% ogni mese di “attesa”.

L’elevata potenza specifica significa che per ogni kg di batteria la tecnologia al litio permette di accumulare molta più energia. Per questo le batterie al litio occupano anche molto meno spazio.

Ok, mi ha convinto, se devo scegliere una batteria per l’accumulo dell’energia sceglierò il litio, ma sei proprio sicuro che a me serva un sistema di accumulo?

Come dico sempre a chiunque me lo chieda, è molto più probabile che a te NON convenga un sistema di accumulo rispetto al contrario.

Per ora i costi molto alti delle batterie le rendono convenienti solo in qualche caso, tipicamente dove i consumi sono molto elevati e l’impianto fotovoltaico è dimensionato correttamente.

Se i consumi sono inferiori a 3.500 kWh/anno di solito non ci sono le condizioni per approfondire il discorso accumulo e (per ora) il mio consiglio è quello di investire qualcosa in più su un impianto fotovoltaico fatto bene e predisporlo per le batterie!

 

Già nel 2017 le cose potrebbero cambiare di molto perché i prezzi sono in netto calo, non farti fregare da chi cerca di metterti fretta!

 

Ti faccio un esempio pratico. Proprio la settimana scorsa ero a casa di un potenziale cliente che aveva richiesto una valutazione per un sistema di accumulo al litio.

La sua situazione che mi sono trovato ad analizzare è più o meno questa:

1. Impianto fotovoltaico da 6 kW che produce circa 6500 kWh/anno

2. Casa molto grande e alimentata solo con l’energia elettrica consuma circa 16000 kWh/anno

3. Dei 6500 kWh prodotti dall’impianto più dell’80% vengono autoconsumati direttamente dalla casa

Questa è la situazione perfetta per chi vuole vendere a tutti i costi, sfruttando l’ignoranza e la buona fede del cliente.

Basterà dire che le bollette sono ancora molto alte nonostante l’impianto fotovoltaico e che il sistema di accumulo è molto conveniente e abbasserà di molto i consumi dell’abitazione.

 

Ovviamente non è vero, in una casa che autoconsuma già tutta la produzione del fotovoltaico le batterie di accumulo non servono a nulla!

Non si riuscirebbe nemmeno a caricarle e resterebbero lì appese al muro a prendere polvere.

E’ vero che certi modelli sono gradevoli anche dal punto di vista estetico, ma utilizzarli come soprammobili mi sembra esagerato.

La verità da dire al cliente, anche se nell’immediato non porterà a fatturare neanche un centesimo è questa: “Per le tue esigenze e per risolvere il tuo problema la prima cosa da fare dovrebbe essere un ampliamento dell’impianto. Purtroppo il tuo tetto non permette di farlo perché è rivolto verso NORD. E’ stato un piacere parlare con lei, mi tenga in considerazione per future necessità, arrivederci!”

 

Sono sicuro che se questo cliente avesse incontrato qualcun’altro adesso avrebbe il suo bel sistema di accumulo inutile in garage!

 

Quindi lascia che ti dica una cosa che non ti dirà nessuno, il sistema di accumulo è un’ottima opportunità e rappresenta il futuro delle tecnologie legate agli impianti fotovoltaici, ma per ora bisogna stare molto attenti nel valutare la convenienza.

La prima valutazione che devi fare se hai pensato di installare un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è la quantità di energia elettrica che il tuo impianto sarà in grado di generare in un anno.

Per avere un’idea di questo dato senza per forza rivolgerti ad un tecnico ho creato una guida, disponibile gratuitamente a chi desidera approfondire l’argomento.

In pochi semplici passaggi sarai in grado di calcolare da solo la stima di produzione del tuo impianto, senza essere un tecnico anche se non capisci niente di impianti fotovoltaici.

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Il dato di produzione stimata serve per capire a grandi linee se l’investimento conviene o meno eper  procedere ad un primo dimensionamento grossolano.

 

Il secondo dato importante che va confrontato con la producibilità dell’impianto sono i consumi totali dell’abitazione in un anno solare.

Se il dato di produzione è sufficientemente alto puoi procedere contattando un tecnico che farà delle valutazioni più approfondite sugli ombreggiamenti locali, sul profilo di consumo orario e su altri parametri più “tecnici”.

Ok, ma cosa intendi per dato di produzione sufficientemente alto?

La verità è che non esiste un numero preciso che fa da spartiacque fra un investimento conveniente e uno che non conviene.

E’ una questione di buon senso, il mio consiglio è quello di essere molto prudenti con valori di produzione stimata inferiori a 900/920 kilowattora per ogni kW installato, sotto questa soglia la spesa iniziale diventa difficilmente recuperabile in tempi ragionevoli.

 

Ok, se sei arrivato fino a qui significa che il tuo interesse per il mondo delle rinnovabili e in particolare per gli impianti fotovoltaici è molto presente.

 

Ti ricordo che puoi cominicare a fare le prime valutazioni da solo semplicemente scricando la mia guida gratuita cliccando qui sotto.

 

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Un saluto, alla prossima!