Ottimizzatori per fotovoltaico: la GUIDA DEFINITIVA

Ecco la guida definitiva agli ottimizzatori per fotovoltaico, quando e a cosa servono nel dettaglio, i vantaggi e gli svantaggi del loro utilizzo negli impianti residenziali.

 

Ultimamente gli ottimizzatori per pannelli fotovoltaici sono diventati una moda, non c’è un installatore che non ne parli o che non li proponga come upgrade della propria offerta base.

 

Il più delle volte purtroppo, neanche chi vende conosce gli ottimizzatori in modo dettagliato, la maggior parte dei venditori si limita ad averli a catalogo senza conoscerne il reale funzionamento.

 

Quindi, a cosa servono esattamente questi ottimizzatori? Che funzioni hanno? Servono sempre?

 

Continuando a leggere troverai la risposta definitiva a tutte queste domande e sarai in grado di valutare in autonomia se gli ottimizzatori sono una soluzione giusta per te e per il tuo impianto fotovoltaico.

 

Partiamo dalle basi, chi ti ha proposto l’installazione di un impianto fotovoltaico probabilmente ti ha spiegato solo la funzione più importante degli ottimizzatori, quella per cui sono nati: ridurre l’effetto delle ombre localizzate sulla produzione del tuo impianto.

 

1.Riduzione degli effetti negativi delle ombre

 

Effettivamente questa è la funzione principale degli ottimizzatori: fare in modo che l’impianto non sia influenzato in modo negativo da ombre localizzate sui pannelli (o lo sia molto meno rispetto ad un impianto tradizionale).

 

Il principio di funzionamento è abbastanza complicato e sinceramente non ha neanche molto senso capirlo nel dettaglio, quello che interessa a te è il beneficio che puoi ottenere. Grazie all’impiego degli ottimizzatori si può installare un impianto fotovoltaico anche con condizioni ritenute proibitive fino a pochi anni fa.

 

In pratica, ogni pannello che costituisce il tuo impianto, lavora in modo autonomo, non influenzato dai moduli vicini a lui. Negli impianti tradizionali invece ogni pannello influenza il funzionamento di tutta la stringa, basta un solo pannello ombreggiato (per esempio da un camino) per compromettere il funzionamento di tutto il sistema.

 

Questo ragionamento è molto evidente l’impianto è installato in prossimità di camini, o altri ostacoli molto vicini ai pannelli che producano un ombreggiamento importante per molte ore al giorno. Diventa invece molto meno scontato quando gli oggetti che producono l’ombra sono ad una distanza accettabile dall’impianto.

 

In questo secondo caso, il beneficio derivante dalla scelta di installare un impianto fotovoltaico ottimizzato diventa molto meno evidente, anche se il miglioramento delle prestazioni è comunque molto netto.

 

Un ostacolo posto ad una certa distanza dai pannelli proietta comunque un’ ombra molto lunga al mattino e alla sera: in questi momenti un impianto ottimizzato rende quasi il 100% delle sue potenzialità a differenza di un impianto tradizionale.

 

Bene, qui si fermano tutte le spiegazioni che può fornirti il miglior venditore (nella media saltano anche questa spiegazione), ma la questione è un po’ più complessa, e necessita di un approfondimento.

 

Un secondo vantaggio è molto legato al primo: gli ottimizzatori migliorano le prestazioni del tuo impianto fotovoltaico perché, facendo lavorare tutti i pannelli in modo indipendente, evitano che le differenze fra moduli (sia iniziali che di invecchiamento) influiscano in modo negativo.

 

Mi spiego meglio.

Come sai, i pannelli fotovoltaici non nascono tutti uguali, se guardi la scheda tecnica, a fianco del valore di potenza nominale è indicata una percentuale, per esempio 300 Watt (-0/+5 %).

 

Questo significa che nel peggiore dei casi il pannello avrà una potenza nominale di 300 Watt mentre se sei fortunato ne farà 315 (dipende solo dal caso, da come il pannello è uscito dalla linea di produzione).

 

Bene, gli ottimizzatori di potenza fanno si che ogni pannello possa esprimere il massimo della potenza a parità di condizioni esterne.

 

Cosa significa questo in termini di produzione del tuo impianto? Non molto a dire la verità, a seconda delle condizioni si può stimare circa un 1-2% di produzione annuale in più rispetto ad un impianto fotovoltaico tradizionale.

Non è molto, ma per avere una visione chiara dell’insieme, è necessario considerare tutti gli elementi nel dettaglio, anche quelli negativi come vedremo in seguito.

2.Monitoraggio dell’impianto grazie agli ottimizzatori di potenza

 

Il secondo grande vantaggio degli ottimizzatori per pannelli fotovoltaici sta nella possibilità di monitorare l’impianto fotovoltaico in modo molto dettagliato.

 

Non si tratta di un semplice monitoraggio della produzione come è possibile fare con molti sistemi tradizionali, ma di un vero e proprio sistema di monitoraggio e gestione di tuti i parametri di impianto compresa la produzione elettrica di ogni singolo pannello fotovoltaico.

 

A me piace essere molto pratico, quando analizzo qualcosa mi chiedo che vantaggi questa possa portare all’utilizzatore finale dell’impianto, le analisi teoriche le lascio volentieri ai laboratori di ricerca e alle case produttrici.

 

Quindi, che vantaggi reali ti porta avere la possibilità di monitorare il tuo impianto a livello di ogni singolo pannello?

 

I vantaggi sono essenzialmente di due tipi: uno più psicologico e l’altro molto reale e pratico.

Avere sotto controllo il proprio impianto per molti diventa una specie di passatempo, controllano dati giornalmente e tengono aggiornate statistiche e grafici. Non è molto utile ai fini pratici ma può diventare una cosa divertente e stimolante.

 

Molto più importante è invece la possibilità di verificare tutti i parametri da parte dell’installatore dell’impianto: tensioni, potenze, correnti, grafici ecc. Ogni dato può essere confrontato con i dati di altri pannelli o di altri impianti e se ne ricavano informazioni dettagliatissime sul funzionamento.

 

L’unico vero problema di solito è che spesso il cliente è più esperto dell’installatore stesso: ti immagini il tipico agente di commercio modalità “vendi e scappa” alle prese con un confronto fra i grafici di tensione di diversi pannelli? O un elettricista, che per bravo e onesto che possa essere, è molto difficile che abbia le competenze di base necessarie per fare un’analisi accurata di grafici e tabelle.

 

Superato questo problema, le possibilità che gli ottimizzatori offrono sono enormi. Confrontando i grafici di tensione e potenza dei vari pannelli si capisce immediatamente se c’è un problema serio all’impianto o se semplicemente un pannello è sporco, se c’è qualche problema di produzione o se sono degli ombreggiamenti passeggeri.

 

3.Sicurezza

 

Una delle caratteristiche più sottovalutate degli ottimizzatori riguarda la sicurezza antincendio. La presenza degli ottimizzatori infatti garantisce che, in caso di apertura del circuito elettrico, la tensione del sistema si abbassa istantaneamente a 1 Volt per ogni pannello fotovoltaico.

 

Tradotto in parole semplici: se succede qualcosa basta spegnere l’impianto e l’intero circuito sarà messo in sicurezza, permettendo agli operatori antincendio di operare in tranquillità.

 

Bene, ora la domanda fatidica: ma questi ottimizzatori hanno solo dei vantaggi? Molto onestamente, la risposta è NO, hanno anche qualche svantaggio ed è compito del consulente preparato valutare caso per caso se prevalgono i vantaggi o gli svantaggi.

4.Prezzo degli ottimizzatori

 

Il primo difetto, se così lo vogliamo chiamare, di un impianto ottimizzato, è che il prezzo è leggermente più elevato. Il sovra costo diminuisce man mano che la potenza dell’impianto aumenta fino ad arrivare quasi ad azzerarsi attorno ai 20 kW.

 

Come dico sempre, non è possibile avere le cose migliori al prezzo più basso, se vuoi qualità devi necessariamente pagare di più il prodotto, in qualsiasi ambito.

5. Più componenti, più possibili guasti

 

Questo è un punto molto importante. E’ vero che più è complicato un impianto fotovoltaico, più aumentano le possibilità che qualcosa si guasti o che non funzioni correttamente.

 

In questo caso è compito del consulente impiantistico mettere sulla bilancia tutti i benefici e valutare i benefici reali ottenibili nel caso specifico, considerando anche le garanzie, di solito molto estese nel tempo, delle principali marche di ottimizzatori.

6. Rendimento degli ottimizzatori

 

Un altro ragionamento molto importante è quello sul rendimento degli ottimizzatori: ogni componente elettrico ha un rendimento caratteristico. Questo significa che se entra un valore di energia che possiamo semplificare in 100, in uscita avremo un valore leggermente più basso, per esempio 97.

 

In questo esempio 3 è il valore di energia che ci siamo persi per strada installando un componente aggiuntivo. (Il rendimento sarà quindi 97%)

 

Come avrai capito non esiste una scelta univoca, non si può fare un’affermazione assoluta in una direzione o nell’altra ma bisogna valutare attentamente ogni singolo caso.

 

Ti capiterà sicuramente di imbatterti in venditori che faranno di tutto per convincerti che gli ottimizzatori sono indispensabili per tutti gli impianti ed elettricisti che diranno che gli ottimizzatori sono una cosa inutile. Vuoi sapere la verità? Hanno entrambi ragione ed entrambi torto, dipende tutto dalle caratteristiche del TUO impianto e dalla situazione specifica in cui si trova.

 

Spero che questa guida ti abbia aiutato a fare chiarezza una volta per tutte sulla questione ottimizztori di potenza, se desideri una valutazione specifica puoi cliccare qui sotto ed inserire i tuoi dati per essere ricontattato, ciao alla prossima.

 

Stefano

 

>> CLICCA QUI PER UNA VALUTAZIONE<<

Impianti fotovoltaici, impianti elettrici, climatizzatori, caldaie a legna, mari e monti, pizza anche a mezzogiorno

Perchè dovresti SEMPRE parlare con uno specialista quando ti interessi di impianti fotovoltaici.

 

Eccomi qua, rientrato da tre giorni di fiera a Trento, stanco ma soddisfatto. E’ stata una fiera molto movimentata, di quelle che ti fanno arrivare alla domenica senza forze, ma contento di aver parlato di quella che è la mia passione e il mio lavoro: gli impianti fotovoltaici domestici.

 

Come sempre gli espositori erano molti, alcuni più legati al mondo dell’edilizia e delle ristrutturazioni e altri più orientati all’arredamento e all’oggettistica.

 

Ovviamente la mia attenzione si è focalizzata sugli espositori più simili a me e in particolare su quelli che dovrebbero essere i miei “concorrenti”.

 

C’erano diverse aziende che proponevano in qualche modo impianti fotovoltaici, purtroppo devo dire che non mi aspettavo una situazione così confusa e caotica. Mi spiego meglio.

 

Non ho visto neanche uno specialista di impianti fotovoltaici, nessuno che proponesse in modo chiaro la consulenza, la realizzazione e la manutenzione di impianti fotovoltaici.

 

Da questa semplice considerazione è nato il titolo, volutamente provocatorio, di questo articolo: è possibile che nessuno si specializzi solo nel proprio settore?

 

Può un’azienda avere una competenza di altissimo livello in tre, quattro o addirittura cinque diversi settori?

 

E’ possibile strutturare processi aziendali efficienti per dare assistenza rapida al cliente se si opera contemporaneamente nella climatizzazione e negli impianti fotovoltaici?

 

Nelle automazioni e negli impianti fotovoltaici?

 

Nella domotica e negli impianti fotovoltaici?

 

Caldaie a legna e impianti fotovoltaici?

 

Secondo me la risposta è una sola: NO, non puoi essere contemporaneamente la Ferrari e la Coca-Cola, non puoi diventare un’eccellenza del tuo settore se fai altre mille cose.

Ci ho pensato tanto durante questi tre giorni, forse sono io che per riuscire ad avere una competenza di alto livello nel fotovoltaico ho passato 10 anni a fare solo quello (compresa una tesi di laurea in materia).

Perché no? In fondo c’è sempre qualcosa da imparare da tutti, evidentemente c’è chi riesce, con un team di 10 persone, ad essere efficiente e competente in diversi ambiti.

 

Bene, mi sono detto, perché non dar loro una possibilità? Mettiamoli alla prova! Mi sono organizzato e il secondo giorno di fiera ho ingaggiato un mistery shopper per valutare il grado di preparazione dei miei concorrenti. I risultati sono stati incredibili, veramente da non crederci.

 

La domanda era la seguente:Posso avere qualche informazione sulla batteria di accumulo per impianti fotovoltaici?(Il riferimento era alla marca più famosa e conosciuta).

 

Ecco le risposte:

 

Stand n.1

Mi dispiace signora, le sconsiglio vivamente di installare quella batteria perché sarebbe costretta a cambiare l’inverter sprecando inutilmente dei soldi, le consiglio invece questa della marca XXXX che è fenomenale perché…ecc.

Stand n.2

Ottima batteria, ne abbiamo proprio una in esposizione, mi dica, preferisce la versione da 13 kWh o quella da 17 kWh?

 

Scusa, ho bisogno di un attimo di pausa per riprendermi dallo shock….

Ecco riprendiamo.

 

Noti qualcosa nelle due risposte? A parte gli enormi errori di tipo “tecnico” che vedremo dopo, ti sembrano risposte sensate? Noti qualche tratto in comune?

 

Entrambi i venditori non hanno fatto nessuna domanda per capire la situazione di partenza di questo potenziale cliente. Hai già un impianto fotovoltaico? Di che potenza? Copre tutti i consumi? In che anno lo hai installato?

 

Niente di niente! Il primo ha virato immediatamente verso il prodotto che doveva vendere mentre il secondo ha chiesto al cliente quale fosse il suo modello preferito, come se parlassero di un quadro!

 

La realtà è che una batteria di accumulo dell’energia può essere un buon acquisto o un pessimo acquisto in base alla situazione nella quale si inserisce, in base al tipo di impianto, alla potenza, alla data di installazione e ai consumi della casa. Non si può vendere una batteria come fosse soprammobile.

Questa caratteristica dei “venditori di impianti fotovoltaici” è forse quella che odio di più, quella che mi fa più arrabbiare perché causa clienti insoddisfatti e disillusi che poi daranno la colpa alla tecnologia anziché al venditore incapace!

 

C’è però un’altra caratteristica che trovo insopportabile: la mancanza di preparazione tecnica! Nelle due risposte date dai due venditori, ci sono due errori veramente grossolani:

 

Nella prima si dice che installandola sarebbe stato necessario sostituire l’inverter e questa è un BUGIA detta volontariamente per vendere un altro modello: NON è ASSOLUTAMENTE VERO, la batteria in questione si può installare senza nessuna sostituzione.

 

Nella seconda risposta l’errore sarebbe quasi divertente se non fosse fatto alle spalle dei clienti, sta di fatto che NON esistono due modelli di quella batteria, ne esiste uno e accumula 13,2 kWh, punto.

 

Lo so cosa stai pensando, che dovrei essere contento ad avere una concorrenza così. E’ vero, inizialmente mi sono anche fatto una risata, poi però, pensandoci meglio, ho capito che la scarsa preparazione dei miei concorrenti è un danno per tutto il settore!

 

Se un giorno qualcuno ti vende una batteria troppo piccola per le tue esigenze solo perché su quel modello lui guadagna di più, tu probabilmente andrai a raccontare ai tuoi colleghi che le batterie sono un pessimo affare!

Se il commerciale ti fa installare un impianto su una falda orientata male perché non ha la pazienza di aspettare la fine dei lavori della tua tettoia orientata a sud (storia vera), cosa racconterai ai tuoi amici interessati al fotovoltaico?

Dirai che il fotovoltaico è una fregatura, che le batterie non si ripagano mai, che non vale più la pena, mentre la realtà è semplicemente che hai avuto la sfortuna di imbatterti in un commerciale incompetente e impreparato!

 

Bene, spero di averti trasmesso il concetto di base che dovrebbe guidarti nella scelta di un consulente: LA SPECIALIZZAZIONE. Se mi chiedi una caldaia a legna , o un impianto di condizionamento, io ti consiglio di rivolgerti ad un espero del settore.

 

Se desideri avere più informazioni sugli impianti fotovoltaici e sulle batterie di accumulo dell’energia invece sei nel posto giusto, clicca il link qui sotto e inserisci i tuoi dati, sarai contatto al piu presto.

 

 

 > CLICCA QUI <

 

Ciao, buona gioranta.

 

Stefano

“Gli ottimizzatori di potenza per impianti fotovoltaici non servono a NULLA”

“Sai Stefano, mi è stato detto che gli ottimizzatori non servono a niente per il mio impianto fotovoltaico! Ho parlato con il commerciale dell’azienda xxx e mi ha detto che se non ci sono ombre sul tetto è inutile installare gli ottimizzatori di potenza!”

 

Ero a Milano qualche giorno fa per valutare la fattibilità di un impianto fotovoltaico domestico da 3 kw, a servizio di una villetta singola. La casa era ben esposta a sud e il tetto non presentava ombreggiamenti particolari (almeno questa era l’impressione dopo una sbrigativa analisi dal ciglio della strada).

 

Mario, il proprietario della villetta in questione, mi ha contattato per avere una consulenza specialistica sui suoi consumi energetici per decidere se un impianto fotovoltaico lo avrebbe aiutato a rendere la sua abitazione più autonoma e ad abbattere la spesa per l’energia.

 

Fra i vari aspetti della consulenza, abbiamo affrontato il discorso “ottimizzatori di potenza” e inizialmente Mario ha liquidato l’argomento con la frase che ho riportato all’inizio di questo articolo.

 

L’agente di commercio proseguiva dicendo:

 

“Se proprio vuoi gli ottimizzatori li ho a listino per 1.000 € in più, ma tanto non servono a niente se non ci sono ombre sul tetto!”

 

Devo dire la verità, quando mi rendo conto che la maggior parte dei “commerciali” del settore tratta argomenti seri e delicati con questa superficialità, mi sale la rabbia. E’ proprio una reazione istintiva: perché parli di una cosa che non conosci? Perché dai consigli senza avere competenze?

 

Questa gente non si rende conto che il successo o il fallimento di un intervento finalizzato al risparmio energetico dipendono dai dettagli.

 

Poi però mi calmo, conto fino a dieci, e cerco di capire. In fondo non è colpa del commerciale, lui lavora per una grossa azienda che gli ha girato un listino e due informazioni tecniche ipersemplificate (ombra = ottimizzatori, luce diretta = silicio cristallino, luce diffusa = silicio amorfo, ecc).

 

Con le sue scarse competenze tecniche e con le provvigioni che diventano sempre più basse, cerca di portare a casa la pagnotta vendendo più impianti che può. Togliendo gli ottimizzatori riesce ad abbassare un po’ il prezzo ed aumenta quindi leggermente le possibilità di vendere un impianto in più.

 

Tutto questo a tue spese (a spese di Mario in questo esempio).

 

Bene, ora cercherò di spiegarti quando servono gli ottimizzatori, che benefici possono dare al proprietario di un impianto fotovoltaico e se esistono dei casi in cui la scelta è sconsigliata.

 

Il primo grande beneficio dell’ottimizzatore di potenza è che rende INDIPENDENTE ogni pannello fotovoltaico che compone il tuo impianto.

 

Mi spiego meglio: in un impianto fotovoltaico tradizionale ogni modulo influenza il funzionamento degli altri. Il pannello che in un preciso istante funziona peggio di tutti influenza negativamente la produzione di TUTTI gli altri pannelli sulla stessa stringa.

 

Detto ancora più semplicemente, immagina un tubo di gomma con dell’acqua che scorre all’interno. Se in qualsiasi punto del tubo si applica una strozzatura, l’acqua circola più lentamente in TUTTO il tubo. Un pannello fotovoltaico poco performante ha lo stesso effetto di una strozzatura, quindi tutti i moduli che compongono la stringa produrranno meno.

 

Il commerciale di prima conosceva solo questa funzione degli ottimizzatori.

 

Se ci sono ombreggiamenti sul tetto (camini, sfiati, alberi, ecc) è OBBLIGATORIO pensare ad una soluzione con ottimizzatori di potenza.

 

Non è vero però il contrario, e cioè che se non ci sono ombreggiamenti gli ottimizzatori non servono a niente. Questa è un’affermazione assolutamente sbagliata, che non considera molti altri aspetti degli ottimizzatori di potenza.

 

Per prima cosa è importante dire che non sono solo le ombre ad influenzare in modo negativo la produzione elettrica di un pannello. Lo sporco può avere lo stesso effetto, così come l’invecchiamento e la perdita di efficienza possono essere diversi da pannello a pannello.

 

L’ottimizzatore rende indipendente ogni pannello ed annulla l’effetto “tubo dell’acqua” indipendentemente dalla causa che lo genera.

 

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di monitorare il tuo impianto pannello per pannello e sapere in ogni momento quanto sta producendo ogni singolo modulo fotovoltaico.

So già cosa stai pensando.

 

“Sinceramente a me non interessa sapere quanto produce ogni singolo pannello, se tutto l’impianto produce bene e le mie bollette diminuiscono per me va bene così, ho altro da fare nella vita che stare a guardare ogni singolo pannello!”

Avresti anche ragione, effettivamente guardare il portale di monitoraggio non è la cosa più emozionante del mondo, ma prova a rispondere a questa domanda:

 

Se fra 8 anni si rompe uno dei tuoi 10 pannelli come fai ad accorgerti?

 

Come riesci a capire che un pannello non sta producendo mentre gli altri funzionano regolarmente?

 

Come fai a sfruttare la garanzia del pannello se non ti accorgi neanche che non sta funzionando?

 

La risposta è molto semplice, se non hai gli ottimizzatori non puoi. L’unico modo che hai per accorgerti di ogni malfunzionamento è avere un monitoraggio di ogni singolo pannello, non c’è altra strada.

 

Ora dovrebbe essere più chiaro, il monitoraggio dell’impianto fotovoltaico con ottimizzatori non ha lo scopo di farti diventare un nerd che controlla ogni cinque minuti i dati al pc.

 

Mi piace definire gli ottimizzatori come una “garanzia sulla garanzia”.

 

Ma non è finita, veniamo ora al terzo aspetto che rende gli ottimizzatori di potenza una scelta intelligente per il proprio impianto fotovoltaico: la sicurezza!

 

Non voglio dilungarmi in spiegazioni troppo tecniche perché ti annoieresti, ti basti sapere che il sistema degli ottimizzatori di potenza è pensato per garantire una “tensione sicura” sulla copertura in caso di assenza di tensione di rete.

Detto in parole povere, se si spegne l’inverter abbassando il “salvavita”, gli ottimizzatori si portano automaticamente in modalità dormiente ed erogano 1 volt per ogni pannello fotovoltaico.

 

Semplificando ancora: con gli ottimizzatori di potenza i vigili del fuoco operano in sicurezza, senza NO.

 

Ora dovrebbe essere chiaro che gli ottimizzatori non hanno la sola funzione di risolvere il problema degli ombreggiamenti, ma hanno un ruolo fondamentale per un impianto fotovoltaico residenziale: efficientamento, monitoraggio e sicurezza!

La domanda che dovresti porti ora è questa:

 

Voglio continuare a farmi prendere in giro da commerciali improvvisati o da elettricisti che non conoscono i componenti in modo dettagliato?

 

Posso basare le mie scelte per l’indipendenza energetica della mia casa e della mia famiglia sull’opinione di un commerciale che ha solo un listino prezzi da barrare con delle X?

 

Se la risposta è SI puoi chiudere questa pagina ed andare a firmare il contratto, spero di averti dato almeno qualche arma in più per decidere con consapevolezza.

 

Se invece la risposta è NO e desideri avere una consulenza a 360° prima di valutare costi e preventivi, non devi fare altro che cliccare qui sotto ed inserire i tuoi dati per essere ricontattato.

 

VOGLIO SAPERNE DI PIU’

 

PS: Alla fine sono salito sul tetto della casa di Mario e indovina cosa ho trovato? Un bel camino alto più di un metro vicino all’area destinata ai pannelli. Sarebbe bastato salire sul tetto invece di sfogliare listini!!

IL MIO IMPIANTO FOTOVOLTAICO NON FUNZIONA

Ecco l’errore che commette il 90% di chi si ritrova con l’impianto fotovoltaico non funzionante, scopri come evitarlo se desideri installare un impianto fotovoltaico.

 

Ti ricordi i primi giorni dopo l’installazione del tuo impianto fotovoltaico?

 

Tutte le sere controllavi quanto aveva prodotto il tuo impianto fotovoltaico, ti congratulavi con te stesso per la scelta fatta e rincasavi con la speranza di produrre qualche kWh in più il giorno dopo.

Anzi, ti dirò di più, i primi mesi di vita dell’impianto ti annotavi i dati di produzione giornalmente, completando con confronti settimanali e mensili.

E’ così? Ho indovinato?

 

Ora però, dopo 4 anni, l’entusiasmo per il nuovo acquisto è passato ed è tanto se lanci un’occhiata distratta ogni tanto, cercando di vedere quel famoso led verde fisso mentre chiudi la porta della macchina.

 

Oggi però c’è qualcosa che non torna, il led verde non si vede e al suo posto sull’inverter lampeggia un fastidiosissimo led rosso.

 

Ti avvicini per controllare e verifichi che effettivamente l’inverter non produce nulla, nonostante la mattina sia già molto luminosa. Ti riprometti di verificare alla sera ed esci per andare al lavoro.

Alle 5 di pomeriggio ancora nulla, in tutta la giornata il tuo impianto non ha prodotto nulla e tu inizi a chiederti da quanto tempo l’inverter sia in quello stato! Quando hai controllato l’ultima volta? Quanti soldi hai sprecato per la mancata produzione?

 

Lasciamo i calcoli a dopo, ora bisogna risolvere il problema alla svelta e riportare l’impianto al suo funzionamento normale.

Proverò con uno “spegni e riaccendi”, pensi, se funziona per il computer non vedo perché non dovrebbe funzionare con un impianto fotovoltaico!

Porti su OFF il sezionatore dell’inverter, attendi qualche minuto come da istruzioni dell’installatore, riaccendi l’impianto e attendi speranzoso il concludersi della procedura di avviamento.

 

…..Attendere…..Misura Riso….Verifica parametri di rete….Attendere….

 

NIENTE. Led rosso lampeggiante e produzione bloccata.

Cosa puoi fare? Chi può risolvere velocemente il problema?

 

La prima cosa che ti viene in mente è chiamare chi ha installato il tuo impianto. Sicuramente loro saranno in grado di risolvere il guasto e farlo ripartire al più presto.

Sarebbe un’ottima idea, se non fosse che l’installatore del tuo impianto fotovoltaico ha chiuso nel 2013 e il commerciale con il quale ti interfacciavi ha cambiato settore e adesso vende vini o impianti anti intrusione!

L’unica azione sensata, a questo punto, è chiamare il tuo elettricista di fiducia: è una brava persona, e sicuramente ti aiuterà a riparare l’inverter risolvendo il problema!

 

Lascia che ti dica una cosa: è vero che il tuo elettricista è una persona onesta e in gamba, ed è vero anche che se lo chiami farà di tutto per far funzionare correttamente il tuo impianto.

Purtroppo però riparare impianti fotovoltaici non è il suo lavoro. Chiamandolo rischi di metterlo in difficoltà (perché non ti dirà mai di NO) e ritrovarti poi con il problema irrisolto e una situazione imbarazzante con il tuo elettricista, che molte volte è anche un amico di famiglia.

 

Sei di nuovo al punto di partenza: hai un guasto da riparare in fretta e non sai a chi rivolgerti, devi trovare qualcuno che nel più breve tempo possibile ripari il guasto ripristinando la produzione di energia elettrica per la tua abitazione.

Il problema in realtà è meno complicato di quanto possa sembrare.

Prova a rispondere a queste semplici domande:

 

  • Si rompe la macchina, da chi la porti?
  • Devi accorciare un paio di pantaloni, da chi li porti?
  • Il computer non funziona più, chi chiami?
  • Il computer non funziona più, chi chiami?

 

Se le risposte a queste tre domande sono state rispettivamente “meccanico”, “sarta” e “tecnico del computer”, allora la risposta alla domanda iniziale dovrà per forza essere altrettanto semplice.

 

Si rompe l’impianto fotovoltaico, chi chiami?

Semplice: il tecnico specialista di impianti fotovoltaici.

 

Uno specialista, di qualunque settore, ha dei vantaggi oggettivi rispetto al generalista, eccone alcuni:

 

  1. Attrezzatura tecnica specifica

Così come il meccanico possiede tutti gli attrezzi necessari a riparare un’auto, allo stesso modo un tecnico specialista di impianti fotovoltaici è in possesso della strumentazione che gli permetterà di mettere mano al tuo impianto fotovoltaico (sia la parte hardware che la parte software)

 

  1. Esperienza

Fare un solo lavoro porta necessariamente ad avere una migliore esperienza e competenza su ciò che si sta facendo.

 

  1. Contatti

Non sempre è possibile riparare direttamente tutte le tipologie di guasto. A volte è necessario interfacciarsi con il servizio tecnico del costruttore per ricevere assistenza o per procedere alla sostituzione in garanzia di alcune componenti dell’impianto.

Anche in questo caso avere un’esperienza decennale nello stesso settore permette di minimizzare lo spreco di tempo in cerca di una soluzione.

 

  1. Procedure

Avere una procedura ben precisa per individuare il tipo di guasto velocizza il tempo di risoluzione del 50% e oltre rispetto all’andare per tentativi.

Tutto il tempo che il tecnico risparmia nel trovare e risolvere il guasto si traduce in un minor costo per te, che sei l’utente finale.

 

Per concludere voglio raccontarti la vicenda del proprietario di un impianto fotovoltaico che mi ha contattato dopo una rocambolesca vicenda.

 

In seguito ad un forte temporale, nel 2016, aveva notato che il suo impianto fotovoltaico aveva smesso di funzionare e il display non visualizzava nulla.

Dopo aver provato a spegnere e riaccendere un paio di volte ha pensato bene di contattare un suo conoscente che lavorava come elettricista in un’azienda molto nota in città.

Con molta gentilezza il ragazzo in questione si è recato sul posto dopo lavoro e ha provato a sistemare la cosa controllando quello che istintivamente controllerebbe chiunque: i collegamenti dei pannelli all’inverter e il sezionatore lato corrente continua. Dopo questo rapido controllo ha concluso che l’inverter dovesse essere guasto in quanto il display continuava a non visualizzare niente.

Per fortuna l’elettricista mi conosceva e prima di dire al cliente che non si poteva fare nulla mi ha chiamato e dopo una rapida consultazione telefonica ho suggerito di controllare la protezione installata in prossimità del contatore di produzione (nel vano contatori).

L’interruttore magnetotermico era scattato a causa del temporale e aveva interrotto l’alimentazione all’inverter, dopo averlo riarmato l’impianto ha ricominciato a funzionare salvando la reputazione dell’elettricista e il portafoglio del cliente!

 

Attenzione! Questo è solo un esempio e con questo aneddoto non voglio assolutamente sminuire le competenze di chi lavora con dedizione e onestà. Il significato di questa vicenda è che ognuno è specializzato in un settore specifico e basta scostarsi di poco per rischiare di fare delle pessime figure non risolvendo problematiche anche molto banali.

 

Se mi chiamasse qualcuno per sistemare un’antenna di una TV mi sentirei costretto a rifiutare l’incarico (pur conoscendo il funzionamento degli impianti radiofonici) proprio perché non mi occupo di quello tutti i giorni e la mia mente non è allenata come quella di un antennista nel risolvere problematiche specifiche.

 

Il mio consiglio è quello di evitare di perdere tempo e soldi chiamando un tecnico generico o peggio ancora un tecnico di un altro settore.

 

Se vuoi valutare l’installazione di un impianto fotovoltaico e vuoi evitare di trovarti a dover risolvere tutti i problemi che ti ho elencato

CLICCA QUI

e richiedi subito una valutazione GRATUITA.

 

CASO STUDIO: IMPIANTO FOTOVOLTAICO CON BATTERIA DI ACCUMULO INSTALLATO A TRENTO

Come risolvere definitivamente il problema delle bollette troppo alte grazie ad un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo: analisi di un caso reale.

 

Oggi voglio lasciar perdere la teoria per mostrarti un caso pratico: voglio raccontarti la storia di come Paolo di Trento ha definitivamente risolto i problemi di consumo della sua abitazione grazie ad un impianto fotovoltaico con il sistema di accumulo dell’energia.

 

Già immagino la domanda che ti stai facendo: “Cosa significa definitivamente risolto i problemi di consumo della sua abitazione? Significa che ora la sua casa è totalmente autonoma ed è fisicamente staccata dal contatore dell’energia elettrica?”

 

La risposta è NO, la casa è rimasta collegata al contatore.

 

Se continuerai nella lettura capirai esattamente perché mantenere la casa collegata al contatore è, oltre che un obbligo di legge, anche una cosa molto più conveniente rispetto ad avere un impianto in isola che non può immettere corrente elettrica in rete!

 

Attenzione a questo passaggio, dal punto di vista emotivo è perfettamente logico rincorrere l’autonomia energetica totale. Io stesso sogno una casa completamente autonoma e indipendente, senza nessuna bolletta e nessun contatore, finalmente slegato da tutti i contratti di fornitura!

 

Sicuramente in un futuro neanche troppo lontano potrai gestire “in isola” la tua abitazione senza dover rendere conto a nessuno dei tuoi consumi e senza essere costretto a pagare tutti i mesi bollette incomprensibili.

 

Bisogna stare molto attenti a non confondere la totale AUTONOMIA ENERGETICA e l’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA.

 

Il primo è un concetto molto bello ma poco pratico e difficilmente realizzabile: la casa immersa nel verde, senza nessun allacciamento o utenza, che produce tutta l’energia che utilizza.

 

Il secondo è invece un concetto molto più pratico e di facile realizzazione: la casa produce tutta l’energia di cui ha bisogno, e, attraverso il collegamento con la rete elettrica porta a ZERO la spesa di gestione energetica.

 

Nei prossimi paragrafi potrai capire esattamente il perché. Ecco una fotografia della situazione nella quale si trovava Paolo prima del nostro incontro:

 

Consumo elettrico annuale: circa 3500 kWh.

Fasce orarie di consumo: 30% F1 (durante il giorno) e 70% in F2+F3 (la sera e nei weekend)

Distribuzione stagionale dei consumi: più o meno costante durante tutto l’anno, il calo estivo fisiologico dei consumi elettrici era compensato dalla presenza di un impianto di raffrescamento.

 

Prendendo in considerazione solo i consumi totali dell’abitazione si sarebbe potuto optare per un impianto fotovoltaico di 3 kWp di potenza, con una produzione attesa di circa 3.100 kWh all’anno.

Un impianto fotovoltaico da 3 kWp con batterie di accumulo, installato a Trento, avrebbe prodotto l’energia elettrica necessaria all’abitazione prendendo come periodo di riferimento tutto l’anno solare.

 

Ho voluto tener conto della volontà di Paolo, che era molto precisa: prelevare meno energia possibile dalla rete in tutti i periodi dell’anno, compresi i mesi invernali. In altre parole, la volontà era quella di avvicinarsi quanto più possibile ad avere una casa autonoma e indipendente.

 

Come ti spiegavo prima, a me piace essere onesto.

Ad oggi non è possibile raggiungere la totale indipendenza energetica e staccare fisicamente la tua abitazione dal contatore dell’energia elettrica. Non è possibile sia per questioni di carattere normativo sia perché sarebbe economicamente poco conveniente.

La cosa più razionale è dunque avvicinarsi il più possibile ad avere una casa indipendente, restando comunque connessi alla rete elettrica e sfruttando quest’ultima per ricavare un beneficio economico dall’energia in più prodotta d’estate.

 

Ed è proprio quello che ha fatto Paolo: ecco le caratteristiche del suo impianto fotovoltaico:

 

Tipo di tecnologia: impianto fotovoltaico con accumulo.

Luogo di installazione: Trento, Loc. Vela

Anno di installazione: Marzo 2017.

Potenza: 5 kWp di pannelli fotovoltaici abbinata al sistema di accumulo Tesla Powerwall 1 da 6,4 kWh.

 

Risultato

 

I consumi della sua abitazione sono pari a ZERO da Marzo ad Ottobre, e consuma meno di 200 kWh sommando i 4 mesi restanti ( 30 € ).

In più, durante tutta l’estate produce energia in eccesso che cede alla rete, ricevendo in cambio più soldi di quelli che spende nel periodo invernale.

Come se non bastasse, Paolo ha molto diminuito anche i consumi di gas, utilizzando l’energia elettrica prodotta dal suo impianto fotovoltaico per produrre acqua calda sanitaria e per riscaldare la sua abitazione in primavera e autunno.

 

Nella foto qui sotto puoi notare il crollo dei consumi elettrici dalla data di installazione dell’impianto fotovoltaico:

Sì, hai visto bene!

 

Un bolletta da 22 € compreso il CANONE RAI ( maledetto canone!)

 

Se desideri conoscere più nel dettaglio la soluzione proposta al signor Paolo, o se vuoi ricevere uno studio personalizzato sulla tua situazione e sui tuoi consumi, clicca qui!

 

IMPIANTI FOTOVOLTAICI E NEVE, LE VERITA’ CHE NESSUN INSTALLATORE CONOSCE SUL COMPORTAMENTO DEI PANNELLI IN PRESENZA DI NEVE.

Scopri come evitare di ritrovarti con il tetto distrutto e la casa allagata a causa dell’impianto fotovoltaico!

 

Partiamo dal principio.

 

Come si comportano i pannelli fotovoltaici in presenza di neve?

 

Come puoi essere sicuro che il pannello fotovoltaico che hai scelto ( o che l’installatore ha scelto per te) sia adatto a sopportare un carico neve elevato?

 

Quali componenti del tuo impianto e del tuo tetto sono sottoposti a stress meccanico in caso di forte nevicata, e che soluzioni esistono per evitare danni alla tua abitazione?

 

Come si comporta un impianto fotovoltaico dal punto di vista del rendimento in zone soggette a nevicate frequenti?

 

Sono tutte domande che dovresti porti se stai pensando di installare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa tua e non hai nessuna intenzione di mettere in pericolo la tua vita salendo sul tetto ogni inverno a pulire i pannelli!

 

La maggior parte delle persone concentra i propri dubbi su questioni molto meno importanti come la differenza monocristallino/policristallino o semplicemente capiscono solo la parola “sconto” e “prezzo basso”, il che è perfettamente logico se nessuno ha fatto notare loro che ci sono considerazioni di priorità sicuramente maggiore.

 

Quando avrai finito di leggere questo articolo non avrai più scuse, e se fra 3 anni ti troverai a dover sostituire tutte le tegole rotte a causa di una nevicata sarà solo colpa tua!

 

Se invece sarai al caldo dentro casa, mentre utilizzi l’energia gratuita prodotta dal tuo impianto guardando il tuo vicino che pulisce in modo goffo i pannelli dai residui di neve, saprai di aver fatto la scelta giusta!

 

Ecco due domande a cui devi rispondere se stai valutando l’installazione di un impianto fotovoltaico:

 

  1. Abito in una zona dove nevica spesso?

 

Per “nevica spesso” intendo che ci sono buone probabilità che in un “inverno tipo” nevichi almeno 3 – 4 volte, dato già significativo per un impianto fotovoltaico.

 

Se la risposta a questa domanda è affermativa, dovresti pensare di progettare il tuo impianto in modo che la neve e i relativi ombreggiamenti lo possano condizionare nella maniera meno rilevante possibile.

 

Continuando a leggere scoprirai come fare ad avere un impianto che produca il massimo dell’energia possibile anche quando la neve lo ricopre parzialmente, senza dover essere tu a pulirlo ogni volta!

 

  1. Considerando un periodo di 30 anni (la vita utile dei pannelli fotovoltaici), è possibile che almeno un paio di volte si verifichi una nevicata eccezionale?

 

Per rispondere correttamente a queste due domande non serve una laurea in meteorologia, basta un po’ di buon senso: con un rapidissimo controllo su internet puoi scoprire facilmente che gran parte dell’Italia è soggetta a nevicate frequenti e spesso non prevedibili nella quantità e nella durata.

 

Sicuramente tutte le regioni del nord, specialmente quelle in prossimità di zone montuose, hanno un’alta probabilità di essere soggette ad almeno tre nevicate stagionali.

 

Se abiti in Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e tutta la fascia degli Appennini sopra i 1000 metri di quota, dovresti aver risposto “sì” alla prima domanda e “sì” anche alla seconda, escludendo le aree di pianura e le città sotto i 200 metri di quota.

 

Ok, abito in una zona dove può nevicare molto, voglio realizzare il mio impianto fotovoltaico e rendere la mia casa autonoma, cosa devo fare? Come mi muovo?

 

Facciamo un passo indietro, prima di elencarti le possibili soluzioni per installare i tuoi pannelli fotovoltaici in tranquillità anche in zone nevose, vediamo cosa provoca la presenza di neve ad un impianto fotovoltaico in funzione.

 

La neve causa tre tipologie di problemi ai pannelli fotovoltaici:

 

  • problemi strutturali,
  • problemi di sicurezza
  • problemi di efficienza ( calo di resa )

 

Ora ti spiego nel dettaglio i tre effetti e poi scoprirai le soluzioni per renderli innocui.

 

Problemi strutturali

 

Si tratta del problema più rilevante, che provoca veri e propri danni materiali all’impianto e ad i suoi componenti, fino a renderlo non funzionante e pericoloso.

 

Il primo componente a rischio è il pannello stesso, la sua struttura ed il materiale che lo compone. La pressione della neve quando si accumula provoca una flessione del vetro superiore del pannello che può causare una rottura delle singole celle fotovoltaiche poste all’interno. La rottura avviene per gradi e inizia di solito con una microfrattura pressoché invisibile che si propaga poi a tutta la cella, rendendola inutilizzabile.

 

In questo caso la scelta del pannello si rivela determinante, sia per la qualità e la robustezza dei profili sia per il tipo di cella posta all’interno.

 

Premesso che un pannello non dovrebbe mai arrivare a flettere abbastanza da fratturare le celle all’interno, esistono sul mercato celle che, anche se fratturate, rimangono integre e funzionanti e garantiscono una produzione pressoché identica alla situazione pre-trauma.

 

Lo sapevi? Chi ti ha proposto di installare l’impianto te ne ha parlato?

 

E non è finita, continua a leggere per scoprire le caratteristiche più importanti che deve avere il tuo impianto.

 

La scelta della marca e del modello del pannello fotovoltaico per il tuo impianto ha molte implicazioni e ricadute “nascoste”.

 

Se il tuo obiettivo è solo quello di un risparmio a tutti i costi sul prezzo di acquisto, questo articolo non fa per te: puoi tranquillamente smettere di leggere e andare a chiedere 10 preventivi per scegliere poi quello più economico, ma … tanti auguri!!

 

Se invece hai capito che stai facendo un investimento in una tecnologia che deve durare 30 anni, e per 30 anni deve continuare a produrre energia gratuita senza interruzioni e senza guasti, guarda cosa ti può succedere se sbagli la scelta del pannello fotovoltaico:

Vedi che il pannello centrale fa una “pancia” molto strana nella parte inferiore? Sembra che il profilo inferiore si stia staccando dal resto del modulo, ed in effetti è proprio così.

 

In gergo si dice che il modulo è “delaminato” e nel caso specifico il danno è stato causato da una grande massa di neve depositata sopra il modulo che ha cominciato a scivolare mentre subiva un ciclo di gelo-disgelo. La massa di neve, scivolando, ha letteralmente “strappato” il profilo dal resto del pannello, rendendo inefficace l’isolamento elettrico e generando una situazione potenzialmente pericolosa.

 

Cosa puoi fare per evitare una situazione di questo tipo?

Come puoi essere sicuro che, dopo alla prima nevicata seria, non sarai costretto a cambiare metà dei moduli del tuo impianto?

 

Forse non sai che nessuna casa produttrice di moduli accetta un reso in garanzia per un danno di questo tipo se le condizioni di installazione non rispettano alla lettera le indicazioni del produttore!

 

La soluzione per questo comportamento dei moduli è nota e neanche troppo complicata, basta non essere un installatore improvvisato!

Per evitare spiacevoli sorprese in caso di neve abbondante, è sufficiente l’aggiunta di un terzo profilo posto esattamente sotto il bordo inferiore dei modul.

 

Questa configurazione impedisce il movimento indipendente del profilo e ne rende praticamente impossibile il distacco dal vetro.

 

Ricapitolando, ecco le tre considerazioni più importanti nella scelta del modulo:

 

  1. Modulo con una resistenza alla compressione molto elevata (5400 Pa) e celle resistenti alla fratturazione.
  1. Cornice del modulo sagomata per favorire lo scivolamento della neve.
  1. Installazione di un profilo aggiuntivo se la quota del sito è superiore agli 800 metri od in zone particolarmente nevose.

 

Cosa ti racconta invece chi prova a venderti l’impianto senza avere una reale esperienza e formazione?

 

  1. Il mio pannello è migliore perché è mono/poli cristallino.
  1. Il mio pannello è più “figo” perché è italiano!
  1. Se firmi subito ti faccio il prezzo fiera!

 

Problemi di sicurezza

 

Il secondo aspetto da considerare parlando del rapporto impianto fotovoltaico-neve è il rischio di scivolamento improvviso di grandi masse di neve.

 

Quando la neve accumulata comincia a superare un’altezza critica e la temperatura ambiente crea le condizioni perché avvenga uno scivolamento, questo avviene quasi sempre in modo istantaneo, senza alcun avvertimento.

 

Se da un lato questo può essere un fattore positivo per la produttività dell’impianto, dall’altro può diventare un alto fattore di rischio per l’incolumità di persone e cose.

 

L’installazione di un impianto fotovoltaico deve essere preceduta da un’attenta analisi delle distanze in gioco, delle dimensioni e soprattutto della destinazione d’uso delle aree poste immediatamente sotto alla falda che ospita l’impianto.

 

Se esistono condizioni di rischio possono essere completamente annullate con l’installazione di una barriera paraneve, opportunamente dimensionata e correttamente installata.

 

Attenzione! Un paraneve sbagliato o installato male può causare più danni delle staffe viste prima: assicurati di rivolgerti a chi ha affrontato ancora queste problematiche!

 

Problemi di calo di resa

 

La terza tipologia di problemi che la neve può creare ad un impianto fotovoltaico è la temporanea compromissione del rendimento.

 

Se desideri calcolare la resa teorica del tuo prossimo impianto fotovoltaico, puoi scaricare la mi GUIDA GRATUITA, semplicemente cliccando sul link qui sotto:

 

>>Sì, MANDAMI LA GUIDA GRATUITA<<

 

Quando i pannelli fotovoltaici sono coperti da uno strato sufficientemente alto di neve non ricevono la radiazione solare e di conseguenza non producono energia elettrica.

 

Ovviamente esiste una soluzione anche per questo problema e, continuando nella lettura, capirai come avere un impianto sempre al top, che produca continuativamente energia gratuita per la tua casa.

 

Durante e dopo una nevicata l’impianto fotovoltaico può trovarsi in due specifiche situazioni, completamente diverse per gli effetti che provocano:

 

  • pannelli completamente coperti dalla neve
  • pannelli parzialmente coperti dalla neve

 

Nel primo caso c’è veramente poco da fare, e sinceramente non ha neanche troppo senso intervenire.

 

L’impianto si trova in questa situazione mentre sta nevicando e, anche se fosse completamente libero, probabilmente non produrrebbe nulla per via delle nuvole molto basse e dell’irraggiamento scarsissimo. In questa condizione l’evento più probabile è lo scivolamento totale o parziale del manto nevoso dalla superficie dei pannelli.

 

La seconda situazione è la più interessante da analizzare per due motivi:

 

  1. è l’unica in cui l’impianto è potenzialmente in grado di produrre energia
  1. probabilmente dopo un lasso di tempo abbastanza lungo tutti gli impianti coperti da neve si troveranno in questa condizione.

 

Cosa succede al tuo impianto fotovoltaico quando uno strato di 20 cm di neve ricopre 3 pannelli su 9?

 

Risposta rapida: non funziona!

 

Risposta articolata: dipende.

 

Immagina l’impianto come un tubo di gomma steso sul tetto dentro il quale scorre l’acqua.

 

Se qualcuno comincia a stringere forte il tubo in un punto l’acqua ovviamente smette di scorrere e la portata diminuisce fino ad un valore prossimo allo zero.

 

Coprire con la neve tre pannelli su nove ha esattamente lo stesso effetto di una mano che stringe il tubo di gomma: la produzione di energia elettrica di tutto l’impianto piomba a zero e anche i pannelli che ricevono la radiazione solare non riusciranno a produrre nulla.

 

Il vero problema è che questa condizione di parziale copertura dell’impianto può continuare anche per molto tempo dopo la nevicata, riducendo a zero la produzione di energia e costringendoti ad acquistare energia elettrica dalla rete con un impianto fotovoltaico sul tetto.

 

Una situazione veramente assurda!

 

Per risolvere il problema bisogna far lavorare ogni singolo pannello fotovoltaico in modo indipendente, utilizzando gli ottimizzatori di potenza.

 

L’ottimizzatore di potenza è un dispositivo da applicare ad ogni singolo pannello fotovoltaico che gli permette di lavorare in modo autonomo dal resto dell’impianto.

 

Gli ottimizzatori, collegati in serie a formare una stringa, mantengono costante la tensione di lavoro dell’impianto, indipendentemente dalla produzione istantanea di ogni singolo pannello.

 

In questo modo il singolo ottimizzatore, che in un determinato momento non produce corrente elettrica, non influenza il corretto funzionamento degli altri, che adattano il loro comportamento alla nuova situazione.

 

Il sistema è sempre in equilibrio e mantiene le condizioni di tensione e corrente necessarie a massimizzare la produzione totale di energia elettrica.

 

L’energia prodotta in queste situazioni “borderline” è di fondamentale importanza per aumentare l’autoconsumo, la differenza fra il non produrre nulla o produrre anche un solo chilowatt di potenza è enorme.

 

I chilowattora prodotti in queste condizioni sono destinati all’autoconsumo in percentuali prossime al 100% e, come tutta l’energia auto consumata direttamente dall’impianto, sono quelli che portano ad una sostanziale e drastica riduzione della bolletta.

 

Solo facendo attenzione ai dettagli si può arrivare ad ottenere una casa realmente autonoma e autosufficiente, una risorsa anziché un costo.

 

Vuoi anche tu una casa realmente autonoma e indipendente?  Puoi iniziare richiedendo una valutazione approfondita! Clicca il link qui sotto:

 

>>Sì, VOGLIO UNA VALUTAZIONE DELLA MIA SITUAZIONE<<

[Ristrutturazioni] Come rendere una casa totalmente elettrica senza avere il conto in banca di Bill Gates

Puoi rendere la tua casa elettrica al 100% senza rischiare di buttare i tuoi soldi? Sì, se hai già intenzione di ristrutturare!

 

Finalmente hai deciso, in primavera inizieranno i lavori di ristrutturazione della tua casa.

 

Quella che adesso è un’abitazione con un appartamento enorme, una soffitta e molte cantine, diventerà un piccolo edificio con tre appartamenti. Uno per te e tua moglie e uno per ciascun figlio!

 

Ti ritrovi in questa situazione? Magari il figlio è uno e non due, o forse la casa sarà solo per te perché i tuoi figli sono già sistemati (una fortuna al giorno d’oggi!), ma il concetto di base non cambia, hai deciso di ristrutturare casa.

 

A breve partirà il cantiere e devi ancora decidere a chi affiderai la maggior parte delle lavorazioni.

 

Molto probabilmente in questo momento ti trovi in uno stato di completa confusione: l’amico che ti racconta la sua esperienza, il collega che ti dice come dovresti agire e tutti i professionisti che incontri che ti danno la loro versione, ovviamente ogni volta diversa!

 

L’ansia e la frustrazione prendono piano piano il posto dell’entusiasmo iniziale. Ogni telefonata ricevuta ti fa sussultare e pensare immediatamente ad un altro problema da risolvere.

 

Ti capisco, ci sono passato anch’io recentemente, ho ristrutturato casa nel 2015.

 

Anche se ho una formazione tecnica e mi capita spesso di frequentare i cantieri, ho avuto dei momenti di panico quando mi sono trovato a dover decidere cosa fare riguardo a parti della casa che non conosco bene.

 

Io sono un impiantista. Mi occupo tutti i giorni di impianti fotovoltaici, come faccio a prendere una decisione razionale riguardante le finestre o la struttura del tetto?

 

Come ho potuto imparare sulla mia pelle, un conto è parlare di un coefficiente di dispersione di una finestra, un altro è decidere materiale, colore, caratteristiche per le PROPRIE finestre!

 

Sai qual è la cosa che più mi ha messo ansia in quel periodo?

 

Gli imprevisti.

 

Non tanto per il costo (a volte molto importante, altre trascurabile) quanto per l’impegno mentale che causano.

Ti faccio un piccolo esempio: quando finalmente mi sono deciso e ho firmato il contratto per le finestre (dopo aver valutato decine di opzioni), ho cancellato il “problema finestre” dalla mia testa, passando ad altri cento dettagli da valutare per ristrutturare una casa.

 

Niente di più sbagliato! Il serramentista vende e installa finestre e non si preoccupa di altro, ma chi smonta le vecchie? Chi rimuove i falsi telai che non sono adatti ai nuovi serramenti? Chi monta quelli nuovi?

 

Altri preventivi, altre valutazioni, altre preoccupazioni!

 

Sai cosa sarebbe stato veramente utile per me? Trovare artigiani o aziende che si mettessero nei miei panni, provando ad analizzare la situazione dal mio punto di vista (cliente) dicendomi:

 

  • Sostituire le finestre comporta questi problemi aggiuntivi che nessuno considera: problema 1, problema 2, problema 3.
  • Se vuoi evitarli puoi fare così: soluzione 1, soluzione 2, soluzione 3.
  • Oppure possiamo risolvere tutto noi facendo questo, questo e quest’altro.

 

Un sogno? Probabilmente sì!

 

Scusami, sto divagando, quando ricordo quel periodo rivivo un mix di emozioni molto contrastanti fra loro: felicità, attesa e gioia ma anche preoccupazione e ansia. Torniamo alla tua abitazione.

 

Quello che oggi è poco più di un rudere si trasformerà in una casa accogliente e soprattutto efficiente. Ristrutturare una casa oggi significa renderla efficiente, autonoma, indipendente, facile da gestire e  da controllare, senza rinunciare al comfort. Una casa solo elettrica.

 

Cosa significa efficiente? Cosa significa autonoma?

 

Sono due concetti molto legati, senza l’uno non può esistere l’altro e viceversa. Una casa autonoma e indipendente dal punto di vista energetico deve per forza di cose essere anche efficiente.

 

Le 3 caratteristiche che non possono assolutamente mancare nella tua casa, se vuoi essere davvero al passo coi tempi.

 

  1. Efficiente

Avere una casa efficiente significa non dover combattere tutti i mesi con bollette altissime, significa ridurre al minimo gli sprechi di energia e aumentare quindi il benessere sia fisico che economico.

In futuro le case potranno diventare una risorsa, un modo alternativo per generare un piccolo ma costante flusso di cassa.

 

  1. Autonoma

Parlando di energia, il concetto di autonomia è legato al fatto che la casa deve essere in grado di funzionare perfettamente anche in caso di un’interruzione totale di tutti i servizi (acqua, luce, gas).

Si tratta di un concetto estremo, ma solo avendolo molto chiaro in testa si può procedere nella direzione giusta. Moltissime presone lo stanno già facendo.

Al giorno d’oggi sarebbe una follia non intraprendere il viaggio verso l’indipendenza energetica, soprattutto se la tua intenzione è quella di ristrutturare casa.

 

  1. Intelligente

Le due caratteritiche appena descritte sarebbero abbastanza inutili e difficilmente realizzabili senza una buona dose di automazione.

Gli impianti devono dialogare in continuazione fra loro ed essere sempre cone4ssessi per fornire all’utente tutti i dati in tempo reale.

Questo permette di ridurre a zero il tempo necessario che l’utente deve dedicare alla gestione della casa (in termini di produzione/consumo di energia).

 

Come ho detto molte volte, il primo passo verso l’idea di autonomia energetica è quello di spostare tuti i tuoi consumi verso l’elettrico allontanandosi più possibile da metano, GPL, gasolio, ecc.

 

Il motivo è molto semplice, l’elettricità è l’unica forma di energia che puoi produrre da solo, senza il bisogno di nessuno, mentre non potrai mai produrre GPL, metano o gasolio!

 

Quale migliore opportunità di una ristrutturazione per farlo?

 

Spesso mi capita di parlare con persone che desiderano staccare la propria abitazione dal contatore del gas trasformando tutto in elettrico, ma sono costretto a dirgli che non è possibile farlo senza un intervento radicale.

 

Tu stai già facendo un intervento di ristrutturazione radicale, pensaci molto seriamente, questa è la tua grande occasione per avere una casa indipendente!

Starai sicuramente pensando che non è possibile, che spenderai tantissimo per gli impianti, così tanto da rendere il tutto assolutamente sconveniente! E’ vero, probabilmente ti costerà un po’ di più, ma molto meno di quello che pensi!

 

Se stai già facendo una ristrutturazione intelligente e orientata ad ottenere un edificio a basso impatto, non dovrai aumentare troppo la spesa prevista. Se invece il tuo unico obbiettivo è quello di finire i lavori con la spesa minore possibile questo articolo non fa per te, non perdere altro tempo nella lettura.

 

Quindi, quali sono gli interventi di riduzione della spesa energetica che hai considerato?

 

Immagino che la lista non si scosti molto da questa:

 

  • Isolamento delle pareti (cappotto)
  • Sostituzione finestre (triplo vetro)
  • Impianto di riscaldamento
  • Impianto elettrico/ fotovoltaico

 

Vediamo che scelte puoi fare per raggiungere l’obiettivo che ti sei posto: non allacciare la casa alla rete del metano.

 

Sui primi tre punti non sono un esperto, posso darti delle indicazioni di massima ma poi dovrai approfondire il discorso con uno specialista del settore!

Partiamo dall’isolamento delle pareti. Il termotecnico, dopo aver fatto i suoi calcoli, ti ha comunicato lo spessore minimo del cappotto per poter accedere alle detrazioni fiscali.

 

Hai pensato di aumentare questo spessore? Sai che la maggior parte dei costi del cappotto sono dovuti alla manodopera e alla finitura esterna?

 

Passare da un cappotto da 12 cm ad uno da 16 cm non comporta affatto un aumento di costi proporzionale, perché sia la manodopera per l’installazione che i metri quadrati di superficie esterna sono esattamente gli stessi.

I benefici che otterrai in termini energetici saranno però notevoli e ti potranno permettere di prendere una decisione drastica per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento.

 

Sulle finestre non mi dilungo, anche perché il triplo vetro ormai è uno standard e le differenze di costo fra un modello e l’altro sono dovute a parametri che interessano poco il tema che stiamo trattando (estetica, sicurezza, durabilità, ecc).

 

Arriviamo al punto più importante, gli impianti.

 

Se le condizioni lo permettono (il tuo termotecnico farà i calcoli esatti della dispersione dell’involucro) la soluzione migliore per cercare di raggiungere l’obiettivo della completa autonomia energetica contenendo le spese di installazione è il riscaldamento a pompa di calore, associato naturalmente ad un impianto fotovoltaico molto performante.

 

La spesa per la realizzazione alla fine non si discosta molto da quella che dovresti sostenere scegliendo il classico riscaldamento con caldaia e tubi a pavimento ma, se associata ad un generatore fotovoltaico (magari con un sistema di accumulo) e ad una gestione intelligente dei carichi, può dare ottimi risultati, portandoti ad avere un bilancio energetico in attivo e costi ridotti nella gestione ordinaria dell’abitazione (escluse situazioni particolari o periodi limitatissimi dell’anno).

 

L’impianto fotovoltaico, associato a delle batterie di accumulo opportunamente dimensionate, potrà produrre l’energia sufficiente al funzionamento di tutte le apparecchiature elettriche della casa, compresi dei sistemi radianti a infrarossi che riscalderanno opportunamente i bagni.

 

Ovviamente, per rendere il sistema efficiente, il tutto deve essere gestito intelligentemente dall’elettronica, il vero cuore pulsante di una casa solo elettrica.

 

La gestione intelligente serve soprattutto per modulare i carichi nelle ore di assenza del sole e sfruttare il più possibile le ore di produzione dell’impianto fotovoltaico, portando al minimo gli assorbimenti dalla rete elettrica.

 

Un impianto di questo tipo rende di fatto la casa autonoma al 90% e contemporaneamente garantisce una spesa iniziale di poco superiore all’impianto tradizionale.

 

Sai cosa significa non avere la caldaia e gestire tutto con l’energia generata dall’impianto fotovoltaico?

 

Sai che vantaggi può portare?

 

Eccoli riassunti brevemente:

 

  • Nessuna spesa per la linea del metano.
  • Nessuna spesa fissa per il contatore del metano.
  • Basta manutenzione annuale della caldaia.
  • Basta guasti alla caldaia (sempre quando fa più freddo e spesso quando l’assistenza non può intervenire rapidamente, di sabato o domenica).
  • Nessuna spesa per il gas.
  • 80% – 90% della corrente elettrica gratuita (il restante 10%-20% nella fascia meno costosa).
  • Gestione intelligente dell’abitazione.
  • Aumento della sicurezza per le persone.

 

Tutto bello vero? Sì, ma purtroppo non tutti gli edifici hanno le caratteristiche per poter realizzare un sistema impiantistico di questo tipo.

 

Capita spesso che la ristrutturazione sia solo parziale e che non interessi alcune parti dell’abitazione come per esempio il tetto, o le parti esterne.

In queste condizioni è molto probabile che le dispersioni termiche dell’involucro (pareti, tetto, finestre, ecc) siano troppo elevate per rendere vantaggioso un impianto come quello appena descritto, elettrico al 100%.

 

Se vuoi farti un’idea della fattibilità di un intervento di questo tipo, hai bisogno di due dati importantissimi, la stima delle dispersioni dell’involucro e la stima dell’energia che puoi ricavare dal tuo tetto con un impianto fotovoltaico.

 

Non voglio sostituirmi al tuo ingegnere termotecnico (non è il mio settore), il compito di valutare le caratteristiche termiche della tua nuova casa spetta a lui, se vuoi farti un’idea più dettagliata sulla questioni relative alle pompe di calore alla casa solo elettrica ti consiglio di dare un’occhiata al blog di Devis Barcaro, al link qui sotto:

https://soluzionisolari.it/

 

Io posso invece aiutarti a capire quanta energia potrai produrre con un impianto fotovoltaico installato sul tetto di casa.

Per farlo puoi scaricare la mia guida gratuita cliccando sul link qui sotto ed inserendo poi la tua email.

 

>>> CLICCA QUI PER SCARICARE LA GUIDA GRATUITA <<<

 

 

Stefano Nichelatti

 

Il fotovoltaico con accumulo conviene?

Un po’ di chiarezza sui sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici, convengono o no?

 

Esistono tanti tipi di batterie, la maggior parte delle quali nate per scopi molto diversi dal fotovoltaico: batterie al piombo, piombo-gel e litio sono le tre tecnologie più utilizzate: quali sono le più adatte per un utilizzo domestico?

 

Ma soprattutto, conviene  installare le batterie di accumulo o è meglio stare fermi e risparmiare soldi??

Sempre più spesso mi trovo a dover rispondere a questa domanda che mi viene posta, ma il tema è davvero molto complesso e va approfondito studiando diversi possibili casi.

 

Sempre più famiglie mi domandano se un impianto fotovoltaico con batterie di accumulo conviene veramente, se è una scelta giusta per i loro consumi o se è l’ennesima moda passeggera.

 

La risposta ovviamente non è univoca, ci sono situazioni in cui il sistema di accumulo conviene, altre in cui è decisamente meno conveniente.

Comincio raccontandoti come si è giunti alla situazione che oggi regna nel campo degli impianti fotovoltaici e dei sistemi di accumulo, continua a leggere se non vuoi farti fregare dal primo che passa!

Come sempre accade quando si affacciano sul mercato tecnologie nuove o prodotti innovativi, parte la gara degli squali che cominciano si tuffano di testa nel settore emergente per fregare quante più persone possibile.

Purtroppo il settore degli impianti fotovoltaici e delle energie rinnovabili in generale è ancora popolato dai peggiori commerciali in circolazione, individui ai quali nessun essere umano dotato di un cervello funzionante darebbe mai un lavoro, riciclati come venditori negli anni del conto energia, quando bastava bussare porte tutto il giorno ripetere: ”FIRMA SUBITO, PREZZO FIERA!”.

 

Ora le cose sono cambiate e non poco, ma questi personaggi ancora non hanno trovato una valida alternativa per riciclarsi nuovamente e continuano ad applicare gli stessi metodi di sempre: trovare un prodotto sconosciuto e poco costoso, raccontare le peggio cose pur di vendere a chiunqe e via, vendere! Vendere! Vendere!

Questo ha portato moltissime aziende a realizzare installazioni a dir poco discutibili, con un susseguirsi di problemi dovuti sia alla scarsissima qualità dei componenti, che alla poca preparazione degli operatori e dei tecnici.

Ecco perchè nel 2015 sono stati installati centinaia di sistemi di accumulo senza nemmeno perdere troppo tempo a distinguere tra le varie tecnologie, bastava un inverter con delle batterie annesse.

 

Torniamo quindi alla domanda iniziale, che tipo di batteria si adatta meglio all’utilizzo domestico, in combinazione con un impianto fotovoltaico?

Il primo fattore da considerare è il numero di cicli rapportato con la profondità di scarica della batteria.

Detto con parole semplici ogni batteria ha una “vita utile” espressa per comodità in numero di cicli di carica/scarica che è in grado di compiere durante il suo impiego.

Questo numero di cicli non è un numero costante, ma dipende da quanto in profondità viene scaricata la batteria ad ogni utilizzo, più si scarica in profondità e meno cicli la batteria riesce a compiere.

Ti spiego meglio: se prendi una batteria al piombo e la scarichi completamente fino a portarla a zero carica residua non sarai più in grado di ricaricarla. La sua vita utile si esaurisce in un unico ciclo!

 

Se invece la scarichi del 10% della capacità nominale, la batteria riuscirà a completare un numero di cicli paragonabile con quelli dichiarati dal costruttore.

La scelta di un sistema di accumulo al litio è di gran lunga la più razionale perché permette di arrivare ad una scarica del 80% mantenendo un elevato numero di cicli di vita utile, in pratica puoi permetterti di lasciare solo il 20% di carica residua nella tua batteria prima di ricaricarla nuovamente.

Questo comporta una serie di vantaggi nella gestione quotidiana del sistema di accumulo. Come ben sai il sole non è programmabile: basta una nuvola passeggera o un temporale estivo per oscurarlo momentaneamente.

Le batterie di accumulo al litio sono pensate per invertire il ciclo di carica o scarica istantaneamente. Se la batteria si sa caricando e improvvisamente una nuvola oscura il sole, l’energia appena immagazzinata esce per alimentare l’abitazione anche se il sistema non era carico al 100%.

Il ciclo può essere invertito molte volte nell’arco della giornata, ogni volta che si presenta la necessità.

I sistemi al litio si differenziano anche per il basso livello di autoscarica (1% al mese) e per l’elevata potenza specifica.

Tradotto significa che la batteria anche se lasciata completamente carica e non utilizzata, si scaricherà al massimo dell’1% ogni mese di “attesa”.

L’elevata potenza specifica significa che per ogni kg di batteria la tecnologia al litio permette di accumulare molta più energia. Per questo le batterie al litio occupano anche molto meno spazio.

Ok, mi ha convinto, se devo scegliere una batteria per l’accumulo dell’energia sceglierò il litio, ma sei proprio sicuro che a me serva un sistema di accumulo?

Come dico sempre a chiunque me lo chieda, è molto più probabile che a te NON convenga un sistema di accumulo rispetto al contrario.

Per ora i costi molto alti delle batterie le rendono convenienti solo in qualche caso, tipicamente dove i consumi sono molto elevati e l’impianto fotovoltaico è dimensionato correttamente.

Se i consumi sono inferiori a 3.500 kWh/anno di solito non ci sono le condizioni per approfondire il discorso accumulo e (per ora) il mio consiglio è quello di investire qualcosa in più su un impianto fotovoltaico fatto bene e predisporlo per le batterie!

 

Già nel 2017 le cose potrebbero cambiare di molto perché i prezzi sono in netto calo, non farti fregare da chi cerca di metterti fretta!

 

Ti faccio un esempio pratico. Proprio la settimana scorsa ero a casa di un potenziale cliente che aveva richiesto una valutazione per un sistema di accumulo al litio.

La sua situazione che mi sono trovato ad analizzare è più o meno questa:

1. Impianto fotovoltaico da 6 kW che produce circa 6500 kWh/anno

2. Casa molto grande e alimentata solo con l’energia elettrica consuma circa 16000 kWh/anno

3. Dei 6500 kWh prodotti dall’impianto più dell’80% vengono autoconsumati direttamente dalla casa

Questa è la situazione perfetta per chi vuole vendere a tutti i costi, sfruttando l’ignoranza e la buona fede del cliente.

Basterà dire che le bollette sono ancora molto alte nonostante l’impianto fotovoltaico e che il sistema di accumulo è molto conveniente e abbasserà di molto i consumi dell’abitazione.

 

Ovviamente non è vero, in una casa che autoconsuma già tutta la produzione del fotovoltaico le batterie di accumulo non servono a nulla!

Non si riuscirebbe nemmeno a caricarle e resterebbero lì appese al muro a prendere polvere.

E’ vero che certi modelli sono gradevoli anche dal punto di vista estetico, ma utilizzarli come soprammobili mi sembra esagerato.

La verità da dire al cliente, anche se nell’immediato non porterà a fatturare neanche un centesimo è questa: “Per le tue esigenze e per risolvere il tuo problema la prima cosa da fare dovrebbe essere un ampliamento dell’impianto. Purtroppo il tuo tetto non permette di farlo perché è rivolto verso NORD. E’ stato un piacere parlare con lei, mi tenga in considerazione per future necessità, arrivederci!”

 

Sono sicuro che se questo cliente avesse incontrato qualcun’altro adesso avrebbe il suo bel sistema di accumulo inutile in garage!

 

Quindi lascia che ti dica una cosa che non ti dirà nessuno, il sistema di accumulo è un’ottima opportunità e rappresenta il futuro delle tecnologie legate agli impianti fotovoltaici, ma per ora bisogna stare molto attenti nel valutare la convenienza.

La prima valutazione che devi fare se hai pensato di installare un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo è la quantità di energia elettrica che il tuo impianto sarà in grado di generare in un anno.

Per avere un’idea di questo dato senza per forza rivolgerti ad un tecnico ho creato una guida, disponibile gratuitamente a chi desidera approfondire l’argomento.

In pochi semplici passaggi sarai in grado di calcolare da solo la stima di produzione del tuo impianto, senza essere un tecnico anche se non capisci niente di impianti fotovoltaici.

Clicca qui sotto per ricevere gratis la guida sulla tua email.

 

 ►► Sì, voglio ricevere subito la GUIDA GRATIS

 

Il dato di produzione stimata serve per capire a grandi linee se l’investimento conviene o meno eper  procedere ad un primo dimensionamento grossolano.

 

Il secondo dato importante che va confrontato con la producibilità dell’impianto sono i consumi totali dell’abitazione in un anno solare.

Se il dato di produzione è sufficientemente alto puoi procedere contattando un tecnico che farà delle valutazioni più approfondite sugli ombreggiamenti locali, sul profilo di consumo orario e su altri parametri più “tecnici”.

Ok, ma cosa intendi per dato di produzione sufficientemente alto?

La verità è che non esiste un numero preciso che fa da spartiacque fra un investimento conveniente e uno che non conviene.

E’ una questione di buon senso, il mio consiglio è quello di essere molto prudenti con valori di produzione stimata inferiori a 900/920 kilowattora per ogni kW installato, sotto questa soglia la spesa iniziale diventa difficilmente recuperabile in tempi ragionevoli.

 

Ok, se sei arrivato fino a qui significa che il tuo interesse per il mondo delle rinnovabili e in particolare per gli impianti fotovoltaici è molto presente.

 

Ti ricordo che puoi cominicare a fare le prime valutazioni da solo semplicemente scricando la mia guida gratuita cliccando qui sotto.

 

 ►► Sì, voglio ricevere subito la GUIDA GRATIS

 

Un saluto, alla prossima!

Scopri le 3 regole d’oro per rendere la tua casa autonoma e indipendente dalle lobby dell’energia

In futuro tutte le case saranno autonome dal punto di vista energetico, non restare indietro!

 

Hai una casa singola? Un appartamento al settimo piano? Una porzione di casa nel centro storico di un paese? Una villa immersa nel verde? Sono sicuro che anche tu sei stufo di combattere ogni mese con i fornitori di energia elettrica e gas!

Indipendentemente dal tipo di abitazione che possiedi, sono certo che il pensiero di renderla più autonoma e indipendente possibile ti tormenta spesso, il desiderio di non dipendere da nessuno per la gestione delle attività quotidiane dentro è molto forte.

E’ normale, fa parte della natura umana, ognuno di noi desidera avere un luogo al riparo da tutto, che sia efficiente e confortevole qualunque cosa accada. Non avere il controllo su un determinato aspetto della tua vita crea una sensazione di disagio e di malessere che continua a tormentarti.

Penso di intuire cosa stai pensando:” Ok, hai ragione, mi sono trovato spesso a pensare esattamente quello che hai scritto, ma è molto difficile passare dalla teoria alla pratica, come faccio a rendere autonoma e indipendente la mia casa? Da dove comincio?”

Cominciamo con le considerazioni più ovvie, il primo grande ostacolo distingue chi è proprietario esclusivo da chi ha dei vicini/comproprietari/ecc.

Se la casa è completamente tua hai la libertà di agire e di fare più o meno quello che ti pare mentre se sei in una situazione ibrida (casa schiera, porzione di casa, condominio, ecc) la situazione è un po’ più complessa perché per decidere di agire bisogna coinvolgere più soggetti.

La situazione in assoluto più difficile, nella quale purtroppo non si può fare molto, è il caso dell’affitto. Purtroppo se ti trovi in affitto difficilmente puoi prendere decisioni di una certa rilevanza in autonomia, senza coinvolgere il proprietario di casa!

Ipotizziamo quindi che tu possa decidere in autonomia quanto riguarda la tua abitazione.

Ci sono due nemici che combattono contro di te in silenzio, anche se non ci fai caso continuano a lavorarti ai fianchi, si chiamano bolletta del gas e bolletta dell’energia elettrica.

Sono instancabili, e continuano a colpirti a mesi alterni senza darti sosta, un mese il gas e un mese la corrente elettrica.

Immagina di partecipare a un incontro di pugilato contro due giganti di 100 kg…hai qualche possibilità di vincere?

La risposta è ovviamente NO, un pugno a testa, mese dopo mese, essi ti manderanno in rovina senza che tu possa nemmeno accennare una risposta.

Non puoi affrontare in modo tradizionale due giganti di 100 kg, devi trovare un’alternativa, un diverso punto di vista, devi fare qualcosa che non hai mai fatto!

Vuoi sapere qual è il modo tradizionale di combattere questo incontro?

 

Continuare a cambiare compagnia di vendita dell’energia sperando ogni volta di ottenere grossi vantaggi economici e ricevendo ogni volta in cambio l’ennesimo pugno in pieno stomaco!

 

Questo è quello che fa la maggior parte delle persone, e che probabilmente hai fatto anche tu in passato. E’ normale, ti capisco, chiunque è portato per natura a fidarsi delle persone e i venditori di energia sono particolarmente bravi.

Adesso però devi guardare oltre, devi trovare un metodo efficace per vincere questa battaglia e vendicarti per tutte quelle perse.

Ma come puoi cambiare l’esito di un incontro già scritto? Come puoi sconfiggere non uno ma due avversari più forti, muscolosi e preparati di te?
Devi cominciare dalle basi, ancora prima di salire sul ring devi osservare i tuoi avversari, cambiare il tuo punto di vista e osservare…

….più osservi e più ti rendi conto che quelli che all’apparenza sembrano due avversari, sono in realtà le due braccia di un unico grande e potente avversario.

Nonostante i vari modi di manifestarsi, l’avversario è uno solo e rappresenta chi ha grossi interessi nel campo dell’energia, che si tratti di energia elettrica, gas metano, GPL o gasolio poco importa.

L’obiettivo di questo avversario non è ucciderti, ma tenerti in una specie di stato vegetativo e colpirti regolarmente, una volta al mese, provocando al tuo conto corrente continue emorragie!

OK saliamo sul ring! Din-din-din!

Come in tutti gli sport da combattimento la prima regola è quella di portare l’avversario su un terreno a lui sfavorevole!

Puoi produrre gas metano? Decisamente NO.

 

La prima regola d’oro in campo energetico è cercare di spostare tutti i consumi della tua abitazione dal gas (metano, GPL, ecc) all’energia elettrica.

 

Lo so, non è una cosa che si realizza dalla sera alla mattina, occorre tempo, servono investimenti, serve pazienza, ma come dico sempre, l’importante è cominciare!

Oggi è tecnicamente possibile oltre che economicamente ragionevole avere case prive del contatore del gas.

Mi potrai obiettare che ci sono case in cui è più facile intervenire in questo senso e case in cui tutto questo risulta molto più difficile, lo so, hai ragione.
Ognuno ha la propria situazione specifica con i propri ostacoli, ma TUTTI, e ripeto TUTTI, se osservano la propria casa, possono trovare qualche piccolo intervento da fare per muoversi nella direzione della “casa elettrica”.

Puoi cominciare dalla cucina, scegliendola con la piastra a induzione invece che con il gas tradizionale.

Puoi continuare con il bagno, inserendo dei pannelli elettrici radianti per mantenere la temperatura un po’ più elevata rispetto al resto dell’abitazione.

Se stai pensando ad una ristrutturazione più importante puoi informarti sui sistemi di riscaldamento elettrico radiante a pavimento abbinati ad una pompa di calore per la produzione dell’acqua calda.

Quelli che ti ho elencato sono solo alcuni esempi per farti capire che la tecnologia per eliminare il gas dalla tua abitazione è oggi disponibile e molto affidabile!

Torniamo al tuo personale combattimento contro le lobby dell’energia, non sta andando benissimo, non sei ancora riuscito a colpire l’avversario.

Sei riuscito però a fare un piccolo passo avanti, hai spostato il combattimento dal ring ad un terreno più sabbioso, dove con la tua agilità riesci a muoverti con destrezza mentre il peso del tuo avversario non gli permette di fare altrettanto!

Bene, ora devi fare un altro passo avanti verso la vittoria.

La tua casa è libera dal gas e tutti i tuoi consumi (o almeno la maggior parte) sono concentrati sull’energia elettrica: hai sferrato un primo durissimo colpo al tuo avversario. Bravo!

 

La seconda regola d’oro in campo energetico è sfruttare tutta l’energia che la natura ti mette a disposizione GRATIS.

 

Esistono molti modi di sfruttare risorse gratuite per generare energia: il fotovoltaico, la geotermia, l’idroelettrico, ecc.

Anche se può sembrare strano è possibile sfruttare sistemi molto complessi come l’idroelettrico anche in abitazioni o case singole di piccole dimensioni.

Mi limito ad analizzare la forma più conveniente, veloce e immediata che un possessore di casa può sfruttare: l’energia del sole.

Grazie ai pannelli fotovoltaici puoi trasformare i raggi del sole in energia elettrica immediatamente disponibile e ridurre drasticamente le spese per l’energia elettrica.

Attenzione però, non tutti i tetti hanno le caratteristiche per poter installare un impianto fotovoltaico e per farlo rendere al meglio!

Non fare l’errore che hanno fatto in tanti negli ultimi anni installando impianti in qualunque condizione di orientamento, inclinazione, ombreggiamento, ecc.

Per sapere se il tuo tetto può ospitare un impianto fotovoltaico e può farlo rendere al meglio ho scritto una guida che puoi scaricare gratuitamente cliccando qui sotto:

>> VOGLIO RICEVERE LA TUA GUIDA GRATUITA <<

Bene, il tuo avversario è ancora vivo, ma in questo momento i suoi colpi cominciano ad avere meno efficacia, non sono più precisi e potenti, arrivano ancora con regolarità ma la forza non è più quella di un tempo!

Come puoi dare il colpo di grazia ad un avversario ormai barcollante?

Ti trovi nella situazione in cui il tuo tetto produce energia gratis, i tuoi consumi di elettricità sono molto elevati ma, come capita spesso, i consumi e la produzione non coincidono.

Non sono rari i momenti in cui l’impianto fotovoltaico produce energia ma nessuno in casa la usa, oppure l’esatto contrario, i consumi sono elevati ma non c’è produzione dai pannelli (la notte, per esempio).

Per far fronte a questa situazione esiste già il meccanismo dello scambio sul posto, un sistema molto intelligente, nato per “compensare” i due flussi di energia in uscita e in entrata da una abitazione dotata di impianto fotovoltaico.

Senza scendere troppo in dettagli tecnici complicati, in pratica chi ha un impianto fotovoltaico riceve 3 bonifici annuali a “rimborso” dell’energia immessa in rete.

Esiste però un modo ancora più intelligente di sfruttare l’energia prodotta dall’impianto e non utilizzata immediatamente, riassunto nella terza regola d’oro:

 

La terza regola d’oro in campo energetico è accumulare l’energia prodotta tuo impianto fotovoltaico per sfruttarla la sera quando non c’è produzione.

 

Attenzione! Questa regola può trarre in inganno, non ascoltare chi ti dice che il sistema di accumulo conviene sempre!

Io sono del parere opposto, per ora l’accumulo conviene solo in alcuni casi molto particolari ed è necessaria un’attenta analisi preliminare di consumi e produzione per capire se c’è o meno un effettivo ritorno economico.

Quello che dico sempre a proposito di accumulo dell’energia è che esiste un sistema completamente gratuito per evitare di immettere in rete l’energia prodotta: cambiare leggermente le abitudini di chi vive la casa o l’appartamento.

Se possiedi un impianto fotovoltaico o hai intenzione di installarlo nel prossimo futuro considera che dovrai cambiare leggermente le tue abitudini: lavatrici, lavastoviglie e in generale tutti i carichi programmabili (anche riscaldare il bagno con qualche piccola accortezza) vanno spostati nelle ore diurne mentre c’è il sole!

Quindi sistemi di accumulo sì, ma con cautela. Se sei appena salito sul ring e stai prendendo regolarmente potentissimi pugni nello stomaco le tue priorità per ora sono altre, poi avrai anche il tempo di pensare all’accumulo!

Bene, sei arrivato quasi alla fine del tuo combattimento, l’avversario ormai è moribondo e tu hai il totale controllo dell’incontro.

Per concluderlo definitivamente occorrerà attendere ancora qualche anno, quando comincerà ad essere ragionevole staccarsi completamente dalla rete elettrica grazie ad un mix fra produzione da fotovoltaico, accumulo e micro-cogenerazione.

Il primo passo da fare consiste nella valutazione delle tue “condizioni di partenza”, puoi farlo da solo scaricando la mia GUIDA GRATUITA cliccando qui!

Ciao alla prossma.

 

Stefano

5 cose che devi sapere PRIMA di installare un impianto fotovoltaico!

Vuoi abbattere i consumi elettrici? Un impianto fotovoltaico è la soluzione perfetta solo se rispetta questi 5 requisiti.

 

Sei stufo di dipendere dal tuo fornitore di energia elettrica e gas?

Vuoi prendere in mano la tua vita e rendere il più possibile autonoma e indipendente la tua casa?

Un impianto fotovoltaico è la prima cosa da cui partire, per assicurarti una produzione costante e gratuita di energia elettrica.

Purtroppo non sempre è possibile, a volte capita che le condizioni locali rendano poco conveniente installare un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.

Ho scritto una lista di cinque punti per aiutarti a capire da solo se la tua casa rispetta o meno le condizioni essenziali per realizzare un impianto di produzione, senza cadere nelle trappole di commerciali improvvisati e senza scrupoli che pur di fare una vendita in più ti metterebbero i pannelli in cantina!

Attenzione, è importante conoscere queste 5 cose PRIMA di installarare il tuo impianto fotovoltaico, dopo servirebbe veramente a poco!

1.I consumi

La prima considerazione da fare prima di firmare un contratto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico è abbastanza banale: i tuoi consumi di energia elettrica giustificano un investimento nelle energie rinnovabili?

 

Parlando molto chiaramente, ci sono molte situazioni nelle quali un edificio consuma talmente poco che ogni ragionamento sulla convenienza di un impianto fotovoltaico diventa inutile.

 

Se vivi da solo, magari lavori lontano da casa e non rientri neanche per pranzo, i tuoi consumi saranno sicuramente bassissimi sia in termini di kilowattora che in termini di Euro. Il fotovoltaico in questo caso non rientra sicuramente fra le tue priorità e un vero professionista non dovrebbe consigliartelo.

 

Un investimento nel fotovoltaico comincia ad avere senso sopra i 2300 kWh all’anno, se i tuoi consumi sono sotto questa soglia teorica, l’impianto giusto per le tue esigenze sarebbe molto piccolo e quindi più costoso in termini relativi (i costi fissi di installazione e progettazione sono quasi uguali ad un impianto più grande).

 

Molto importante è anche la distribuzione dei consumi durante la giornata: più i tuoi consumi sono concentrati nelle ore diurne e più un investimento nel fotovoltaico diventa profittevole.

 

2. Lo spazio sul tetto

 

Un impianto fotovoltaico occupa una superficie variabile a seconda della potenza totale e del rendimento dei singoli pannelli.

 

Supponendo che tu abbia bisogno di un impianto da 4 kW (la taglia più comune) e immaginando di utilizzare i pannelli più efficienti sul mercato, lo spazio necessario è di circa 15 m² che possono arrivare a circa 20m² in caso di pannelli con un rendimento molto basso.

 

Per farti un’idea, sul tetto deve esserci un rettangolo libero di circa 15 tegole in verticale per 30 tegole in orizzontale (si tratta di misure indicative, se vuoi approfondire è necessario un sopralluogo di un tecnico).

 

3.Ombreggiamenti

 

Domanda tipica: i pannelli fotovoltaici funzionano con il sole diretto o anche solo con la luce diffusa?

 

Risposta breve: funzionano sempre, sia quando hanno il sole diretto sia in giornate nuvolose ma la produzione in caso di luce del sole diretta è molto più abbondante, fino a dieci volte di più! (anche se qualcuno proverà a raccontarti che il suo pannello è amorfo, è policristallino, è monocristallino, è bla bla bla, e quindi funziona bene anche con l’ombra).

 

Gli ombreggiamenti evitabili vanno EVITATI come la peste! Se si può evitare di mettere un pannello esattamente dietro ad un camino non c’è ragione per non farlo.

 

Anche se esistono molti modi per diminuire gli effetti di ombreggiamenti locali (per esempio gli ottimizzatori di potenza), quando è possibile i pannelli vanno messi LONTANI da sfiati, camini, o qualunque cosa possa fare ombra durante la giornata.

 

Gli ombreggiamenti sono di 2 tipi: ombreggiamenti dovuti all’orizzonte e ombreggiamenti locali.

I primi possono essere valutati sia tramite appositi programmi di calcolo sia direttamente in loco con un sopralluogo (in ogni caso è necessario l’aiuto di un tecnico).

 

Per quanto riguarda gli ombreggiamenti locali, anche in questo caso il calcolo di un tecnico è assolutamente indispensabile. Il buon senso permette però a chiunque di capire che un albero alto 10 metri più della casa posizionato esattamente davanti all’impianto non aiuta.

 

Le possibili cause di ombreggiamenti locali possono essere: alberi e piante, camini e sfiati di qualsiasi genere, parti del tetto o della casa con altezze differenti, altri edifici più alti nelle vicinanze.

 

Ovviamente un’analisi dettagliata degli ombreggiamenti locali può essere fatta solo da personale competente e con strumentazione adeguata. Non considerare gli ombreggiamenti o considerarli in modo sbagliato è la prima causa di scarsa produzione degli impianti fotovoltaici.

 

Negli anni mi è capitato di vedere installazioni di tutti i tipi: pannelli dietro a camini, sotto altre falde del tetto, in posizioni della copertura ombreggiate per metà anno da altri edifici, ecc.

4. Orientamento del tetto

 

Ti potrà sembrare banale ma te lo dico lo stesso per evitare fraintendimenti: i pannelli fotovoltaici rendono meglio se orientati verso SUD.

Hanno una resa ancora molto interessante in tutti gli orientamenti intermedi fra OVEST e EST, arrivano a rendere ancora circa il 90% se orientati a OVEST pieno.

Bisogna invece evitare qualunque orientamento a NORD, anche se solo di pochi gradi, perché il calo di rendimento a parità di tutte le altre condizioni è molto repentino.

Anche a proposito di orientamento ho visto installazioni veramente bizzarre, impianti che non potrebbero arrivare al rendimento previsto neanche se ci fossero due estati all’anno!

La cosa più scandalosa è che ogni tanto mi capita di vedere case con una falda del tetto orientata a sud-est completamente libera e una falda che guarda a nord ovest piena di pannelli fotovoltaici (se vuoi farti due risate vai su google maps e controlla tu stesso!)

 

5. Altitudine sul livello del mare

 

Nessuno considera mai l’altitudine del sito di installazione quando si valuta l’installazione di un impianto fotovoltaico (sicuramente non lo farà il tuo elettricista o il commerciale di turno che non sale neanche sul tetto!)

Perché bisogna tenere conto dell’altitudine? Cosa potrà mai succedere?

La risposta è di quelle che lasciano a bocca aperta, una considerazione molto tecnica che solo pochi esperti potranno capire: in montagna può nevicare.

Ecco cosa può succedere se non si tiene in considerazione il corretto carico neve.

Le staffe che sorreggono l’impianto non hanno sopportato il carico della neve e hanno completamente distrutto tutte le tegole sottostanti causando oltre alle infiltrazioni di acqua anche la rottura del vetro di un pannello.

L’intervento di ripristino delle tegole e sostituzione di staffe e pannello danneggiato è costato al cliente molto più che lo scegliere subito un sistema di staffaggio adeguato.

La colpa ovviamente non è del cliente ma dell’installatore che ha realizzato l’impianto che non ha ben consigliato il cliente sul corretto sistema di posa per la zona in esame.

 

Le soluzioni variano a seconda del carico neve di progetto e possono essere molteplici: aggiunta di un profilo supplementare, scelta di staffe rinforzate, aumento del numero di staffe e combinazioni di queste tre opzioni.

Bene, adesso hai le conoscenze minime indispensabili per fare delle valutazioni di massima sulla convenienza di un impianto fotovoltaico (se hai letto tutto l’articolo ne sai più della maggior parte degli elettricisti e dei commerciali che vendono fotovoltaico, complimenti!)

 

Se vuoi approfondire ancora l’argomento e verificare se il fotovoltaico conviene anche a casa tua scarica la mia GUIDA GRATUITA, clicca qui!

 

Ciao alla prossima

Stefano Nichelatti